Una campagna di
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Due psicologhe, appassionate di fotografia e accomunate dall’interesse per l’uguaglianza di genere, ma prima ancora due grandi amiche e giovani donne con tanta voglia di mettersi in gioco.
In India, nella tradizione hindu, alla morte del capofamiglia la donna perde la propria identità di moglie, assieme al diritto all’eredità e alla potestà dei figli. Non potrà risposarsi, né lavorare: sarà destinata a una vita di stenti e mendicanza.
Molte, tra le donne che perdono il marito, decidono di lasciarsi tutto alle spalle e iniziare un pellegrinaggio verso Vrindavan, la città sacra a Krishna, nonostante spesso non abbiano mai affrontato un viaggio così lungo, al di fuori del proprio villaggio.
Il viaggio intrapreso da Nuova Delhi verso Vrindavan non è solo la fuga da una famiglia che le ripudia e disereda, bensì anche il ricongiungimento con una comunità formata da migliaia di altre vedove, altre donne,come loro.
Dall’Italia partiremo per l’India per incontrare queste donne, seguirle nel loro cammino e raccoglierele loro storie attraverso le lenti della macchina fotografica.
La fotografia sarà il linguaggio del nostro racconto, ma anche un potente strumento nelle loro mani, con cui rappresentare in maniera autodeterminata la loro nuova identità.
Una volta arrivate a Vrindavan, terremo dei workshop per far conoscere alle vedove ospiti delle ONG locali le potenzialità comunicative di questo strumento. Ci ispireremo alle tecniche di ‘photovoice’, che combinano fotografia, ricerca sul campo e azione sociale per promuovere empowerment. Insegnare le tecniche base di fotografia permetterà la sperimentazione della libertà di racchiudere nella cornice fotografica quello che per ciascuna delle donne che incontreremo è importante. In questo modo farà esperienza, forse per la prima volta nella propria vita, della possibilità di esprimersi e autoaffermarsi.
Dall’epoca in cui queste donne si immolavano sulla pira funebre del marito defunto è cambiato qualcosa. Nonostante i media rappresentino soltanto la condizione di povertà estrema e isolamento sociale delle donne hindu, noi pensiamo che ci sia anche qualcos’altro da raccontare.
Queste donne oggi scelgono di allontanarsi da ciò che ha fatto parte della loro vita fino a quel momento per mettersi in viaggio verso una comunità di altre donne, vedove come loro.
E’ di questa comunità che vogliamo parlare, un luogo che dona un nuovo senso identitario a donne resilienti e coraggiose.
Questo progetto vuole essere un’occasione di incontro e di scambio con chi sta affrontando un cambio di status, chi intraprende un viaggio come mutamento sia interiore che esteriore. La fotografia sarà il mezzo per fissare le tappe di questo cambiamento con un linguaggio che va oltre l’utilizzo di una lingua comune.
Al nostro ritorno vorremmo permettere a chi ha creduto con noi in questo progetto di assaporarne colori, sguardi e racconti attraverso una mostra che raccolga il resoconto fotografico di questo viaggio.
Uno spazio che ambisca a portare in Occidente una visione differente della donna hindu: non solo vittima ma anche autrice di scelte che ne modellano l’esistenza.
In noi ha già creduto FuoriRotta, un progetto di azione culturale che ha selezionato il nostro progetto assieme ad altri 11 vincitori del Premio FuoriRotta 2017, sostenendo economicamente parte del nostro viaggio. FuoriRotta dal 2015 indice bandi per sostenere viaggiatori che propongono rotte di viaggio alternative contraddistinte da ecosostenibilità e interesse sociale.
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