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L'Africa è un continente enorme, culla dell’umanità e composto da numerose popolazioni spesso molto diverse tra loro per abitudini, usi e costumi. In quarant'anni di viaggi, Massimo Bocale, documentarista, fotografo e giornalista ci portano ad incontrare numerose etnie, attraversando molte regioni dell'Africa.
Le donne spesso indossano gioielli che rappresentano non solo la ricchezza effettiva, ma anche la loro storia, accompagnandole per tutta la vita e segnandone i momenti importanti.
Il gusto per la decorazione del corpo in Africa è tanto importante che non solo si usa indossare gioielli, ma anche ricoprire la pelle con pitture fatte con colori naturali, con piercing e scarificazioni.
Spesso i gioielli sono anche talismani ed hanno forme precise per scopi ben definiti.
I gioielli africani sono eclettici anche nella ricerca dei materiali che avviene in base a dei valori simbolici. I più comuni sono oro e bronzo, pietre dure come corniola, ambra, quarzo, amazzonite, calcedonio, perle di vetro, parti di animali come cuoio, peli, ossa, artigli e denti, parti di piante come bacche, semi e legno, conchiglie.
Il libro nasce dalla collaborazione tra l'esperienza di Massimo Bocale e una redazione composta da Daniele Nardon e Paolo Meroni, ponendosi con un gusto nuovo ad un pubblico giovane.
Ricchezze inestimabili poste su carta, illustrate e spiegate, portano a cercare con curiosità il mondo giovanile, soprattutto in questo momento dove c'è una ricerca dell'estetica, con ornamenti e tatuaggi. Una sinergia tra la tradizione e il nuovo, un modo per dare a tutti la possibilità di ammirare una collezione privata di gioielli africani, frutto di culture oggi estinte o a rischio scomparsa a causa di guerre e stravolgimenti politico-sociali.
Il crowdfunding è un modo per aiutare la pubblicazione di questo volume fotografico e per dare la possibilità a chi crede in questo progetto di ottenere in prevendita la pubblicazione.
Massimo Bocale, viaggiatore appassionato e instancabile, ha visitato in circa 40 anni quasi 100 Paesi tra Africa, Asia e Sud America.
Sin dal suo primo viaggio si arma di una modesta attrezzatura da ripresa che gli permette di scoprire così la sua seconda passione: la fotografia.
I suoi soggetti prediletti sono l’uomo e la natura di cui riesce a cogliere, in qualsiasi contesto, i particolari più significativi.
Fotografare per Massimo significa osservare il mondo, viverlo nel profondo e in questo modo comprendere l’interazione che gli uomini hanno con esso. Per questo motivo tra i suoi soggetti preferiti ci sono gli ambienti naturali estremi, quelli in cui è più evidente il rapporto fra cicli naturali e le culture che in essi si sono sviluppate.
Da molti anni dedica parte del suo tempo allo studio di questi luoghi producendo numerosi reportage, documentari e libri.
Nei primi anni ’90 ha realizzato per la casa editrice Sweest line di Milano, tre documentari etnografici e naturalistici sulle culture etiopi, sulla Thailandia, e sui deserti cileno e boliviano.
Per la casa editrice Polaris ha scritto e illustrato, sia con foto che disegni, le guide sui territori di Sudan, Etiopia, Kenya, Perù e Tibet; ha inoltre collaborato con l’inserto “Diario di bordo: Il costume maya” al volume Guatemala sempre edito da Polaris e alla stesura dell'ottavo capitolo del volume Laos "trekking tra gli Akka Mouci".
Negli ultimi vent’anni ha tenuto numerose conferenze su temi geografici, etnografici e storici presso vari Comuni italiani, per alcune università e per varie istituzioni scolastiche oltre che per la fiera annuale di “Immagimondo” di Lecco. Ha inoltre partecipato a diverse trasmissioni televisive su Rai 1, Canale 5 e Telenova. Ha infine organizzato mostre fotografiche dal tema "Volti Africani".
Produzione: Elisabetta Franceschini
Realizzazione: Daniele Nardon
Postproduzione fotografica: Paolo Meroni
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