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Network di Interno Poesia

I labili confini

Una campagna di
Stefano Bortolussi

Contatti

Una campagna di
Stefano Bortolussi

I labili confini

Campagna terminata
124%
124%
  • Raccolti € 2.484,00
  • Obiettivo € 2.000,00
  • Sostenitori 64
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Libri & editoria

Una campagna di 
Stefano Bortolussi

Contatti

Il Progetto

Presentazione del progetto

Interno Poesia è lieta di annunciare l’avvio di un nuovo progetto di crowdfunding per la prevendita dell’opera I labili confini di Stefano Bortolussi (prefazione di Roberto Mussapi). Scopo della campagna, organizzata in collaborazione con Produzioni dal Basso, è coinvolgere e rendere protagonisti lettori e scrittori in un processo partecipativo che prevede la prenotazione di una o più copie del libro in corso di edizione.

Invito alla lettura

Dalla prefazione di Roberto Mussapi
"I labili confini è un libro di metamorfosi. È la nuova opera in versi di Stefano Bortolussi, segue Califia, poema anche epico il cui titolo è il nome antico della California. Aura mitologica nel nome e nel poema, modernamente fluente e baluginante in un clangore contemporaneo, una riscoperta del sedimento nella realtà di oggi.
Americana ancora l’ambientazione di questo nuovo libro diviso nettamente in due parti, meglio ancora due libri perfettamente accostabili e facenti parti di un felice unicum.
Anche qui dell’aura americana emerge la realtà incessante della metamorfosi, che è poi lo spirito del prototipo poundiano e del Ponte di Hart Crane, due pilastri della poesia di Bortolussi.
L’America si presenta subito, nel poema La scelta del plantigrado, come il culmine della modernità già coincidente con spettri di decadenza. Allucinata la visione del plantigrado che tentando la sua avventura di umano finisce per rinunciarvi, ritornando all’origine […]
[…] Che sia  un libro di dolore e speranza è confermato dalla seconda parte, Di altri spiriti guida, dove, con la struttura del breve poema (qui è un ferreo canzoniere metamorfico) scompare il tema del viaggio nella metropoli e nel cinema, nell’illusione di Hollywood: siamo in un  paesaggio che riemerge dal profondo.
[…] Sono composizioni di non comune potenza, lucentezza, nell’opera di un poeta italiano di oggi intatto da ogni minimalismo o sentimentalismo, mirante a reinfocare le parole e farle stillare di promettente bagliore come ghiaccio in una grotta, alla ricerca dell’uscita, sono segni potenti e viventi, promesse": 

“Sembrano dire, sgranando le iridi violacee:
noi che siamo qui per un capriccio di maree
e temperature sappiamo che qualunque sia
il nostro viaggio, in sé trova senso.
Sembrano chiedere: ma voi?"

*

Titillato da un tale profluvio di animalità,
per un istante tentenno tra quattro e due zampe;
ma il successivo è invaso dal pensiero,
lungi dal festoso, che qui tutti i casi, con speciale
accento su quelli persi alla partenza, portano
alla città di luci e ombre, alle curve impreviste
delle strade nei canyon, alle ville abbarbicate
sui versanti tra carezze di eucalipti e cacti spinosi,

alle stanze buie dove il sogno si interrompe
come fotogramma sciolto e accartocciato
e l’incubo assume le sembianze di dio di risata,
di canto, avventura o amore romantico,
mostrando il suo volto, quello vero, alla vittima
di turno, incantata e sedotta a umiliare
corpo e spirito in eterno, o fino alla comparsa
di una nuova candidata alla rovina.



*

Ha un metro di apertura alare e ne misura
mezzo nei casi segnalati più notevoli,
ma il gufo che ci siamo visti passare
davanti agli occhi carezzati dalla brezza scura
mossa dal suo volo pareva disprezzare per natura
ogni vano afflato di misura, allungando l’ombra
del suo corpo nelle ombre della sera spezzata
dalla sua comparsa e subito scomparsa,
linea retta di volo dall’occidente
vuoto di sfere alla luna orientale,
rotta offerta in fruscio al nostro bisogno
immediato di ragioni: perché un volo così basso?
Perché rasente la scarpata che divide
dal resto ciò che è nostro?
Il suo passaggio, lacerando il quadro orizzontale
che davanti si offriva e uscendone
senza concessioni alla platea,
spezzava la nostra propensione al retroscena.

L'autore

Stefano Bortolussi è nato a Milano nel 1959. Fra le sue precedenti raccolte di poesia: Ipotesi di caldo (Book Editore, 2001), Califia (Jaca Book, 2014). Ha pubblicato i romanzi: Fuor d’acqua, (peQuod, 2004), Fuoritempo (peQuod, 2007) e Verso dove si va per questa strada (Fanucci, 2013). Ha tradotto e traduce numerosi e importanti autori anglo-americani.
Il suo poemetto Il moto ondoso del cercare è stato incluso nell’antologia Bona Vox, curata da Roberto Mussapi (Jaca Book, 2010). È incluso nel terzo Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea, a cura di Gianfranco Lauretano, Francesco Napoli e Walter Raffaelli (Raffaelli, 2015). Sue poesie sono state pubblicate da Atelier, Poesia (di Luigia Sorrentino), Pioggia Obliqua e Interno Poesia.
L’autore a pezzi (autoreapezzi.wordpress.com) è il suo blog letterario. 

Come utilizzeremo i fondi

Che lettore sei?

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Chi siamo

Interno Poesia, nato ad aprile 2014, è tra i principali blog e siti letterari per la promozione e divulgazione della poesia: contemporanea, del ‘900, edita e inedita, italiana e straniera.

Con l’obiettivo di diversificare la ricerca e la proposta culturale nasce Interno Poesia Editore, un progetto editoriale esclusivamente dedicato alla promozione della poesia attraverso la nuova collana Interno Libri

Andrea Cati è il fondatore e curatore del progetto Interno Poesia. Chi collabora con IP: Maria Grazia Calandrone, Claudio Damiani, Mario De Santis, Valerio Grutt, Franca Mancinelli, Giovanna RosadiniFrancesca Serragnoli, Andrea Sirotti.

Commenti (7)

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