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Voci dal silenzio è un documentario sugli eremiti in Italia, diretto da Joshua Wahlen e Alessandro Seidita. L’opera, a partire dalla testimonianza degli stessi eremiti, sviluppa un discorso corale sull’esperienza ascetica. Offre al contempo molteplici spunti di riflessione sulla natura umana, sulle insidie del mondo contemporaneo e sui rapporti che l’anacoreta, e più in generale l’uomo, tesse con il divino.
Alcuni mesi fa lanciavamo la prima campagna di crowdfunding per avviare le riprese di Voci dal Silenzio e la partecipazione del pubblico è stata fondamentale: senza, difficilmente avremmo potuto attraversare l'intera penisola per conoscere e intervistare i protagonisti di questo lavoro. Scriviamo dunque mossi da una sincera e profonda gratitudine nei confronti di chi ha sostenuto il progetto e di chi continuerà a farlo.
Voci dal Silenzio è un lavoro a cui teniamo particolarmente, tanto da un punto di vista personale che collettivo, e tante sono le motivazioni che ci han spinto verso questa avventura. Tra queste vi è certamente l’idea che un certo tipo di testimonianza abbia risvolti particolarmente fertili se riportata all’esterno. Il cammino dell’eremita è infatti un percorso a ritroso verso le radici dell’esistenza e i frutti raccolti lungo tali sentieri acquistano un immenso valore se condivisi; offrono uno stimolo concreto a riequilibrare le nostre vite, il nostro modo di stare al mondo. L'augurio è quindi di poter condividere al più presto le loro testimonianze.
Per farlo occorrerà completare tutti i lavori relativi alla post-produzione tra cui, ma non solo, il montaggio, la composizione della colonna sonora, le traduzioni e le sottotitolazioni, i missaggi audio e la grafica. Il buon esito di questa campagna è dunque fondamentale.
Voci dal silenzio è il frutto di una lunga ricerca sul campo. A bordo di un camper abbiamo attraversato l’intera penisola con l’intento di conoscere e intervistare gli ultimi eremiti. Le telecamere si sono immerse all’interno dei singoli vissuti, raccontandone il passato, la vocazione, i conflitti e le battaglie. Le immagini hanno documentato quel particolare rapporto che l’eremita instaura con la solitudine nonché i suoi riti quotidiani: la preghiera, le esperienze estatiche, la lotta per l’autosufficienza. Tutto ciò con l’intento di far luce su uno spaccato che, nell’immaginario collettivo, è ancora avvolto da un alone di mistero: l’ascesi.
La scelta del vivere in solitudine resta infatti, agli occhi dei più, una decisione enigmatica e controversa, se non incomprensibile. L’opera si configura così come un ponte ideale, una guida che accompagni lo spettatore dal mormorio mondano a quel silenzio ignoto, intriso di spiritualità, di cui è pervasa la vita eremitica.
Voci dal silenzio è un’opera corale che prende forma a partire dalla diretta testimonianza di tredici figure che, più di altre, riflettono la natura multiforme dell’eremitismo. Il viaggio sarà accompagnato dal commento degli stessi autori che, oltre a restituire allo spettatore l’emozione della ricerca sul campo, permetterà d’inquadrare l’intero racconto all’interno di un panorama antropologico più ampio.
La prima parte del racconto si soffermerà sul passato dei protagonisti, sottolineando il momento di taglio-cesura tra un prima e un dopo.
La seconda parte è dedicata alla vita all’interno dell’Eremo: gli antagonisti, le difficoltà, le insidie da superare si alterneranno agli aspetti che accompagnano e sostengono la ricerca. Si parlerà del legame con il paesaggio circostante e con le creature che lo abitano, dell’esercizio fisico e mentale che la vita nell’eremo richiede, delle paure e delle fragilità che la psiche è capace di generare.
La terza parte è rivolta infine al ruolo del silenzio, della preghiera e della solitudine, strada maestra per arrivare all’incontro con il sé, con gli altri e con Dio. Qui, le riflessioni degli eremiti, si apriranno a considerazioni generali sullo stato dell’uomo all’interno della società contemporanea con l’obiettivo di offrire allo spettatore strumenti utili alla rielaborazione del proprio ruolo sociale ed esistenziale.
All’inizio di questo film c’era solo l’indicazione di una direzione, di un orizzonte, di un'inclinazione. Perché filmare è, prima di ogni altra cosa, intessere una relazione. Nessuna sceneggiatura dunque. In questo caso si trattava di raccontare ciò che è invisibile, impalpabile. La cinepresa si è adattata a quello che accadeva nel momento, col fine di coglierne la verità che si manifesta nel suo movimento, eludendo le false evidenze, e immergendosi nelle sfumature meno appariscenti. Il documentario ha seguito il ritmo del viaggio, quello esistenziale prima di tutto. Viaggio di ricerca di sé, di scoperta e conquista dell’universo interiore.
Con il montaggio abbiamo orchestrato il tutto in un’unica esperienza corale, per restituire allo spettatore il senso dell’erranza, della ricerca, del raccoglimento. Le immagini sono state alternate ai racconti degli eremiti, alle nostre riflessioni, alle voci della natura, ai silenzi. Le sequenze, poetiche, puramente musicali, gravide di gesti e di attimi, sembrano voler riaffermare le forme del nostro immaginario.
Ciò che abbiamo riportato sullo schermo è sempre stato il frutto di un atto condiviso, di una piena adesione al progetto da parte degli eremiti che abbiamo incontrato. Alcuni li conoscevamo già e sapevamo che avrebbero sposato le nostre finalità. Altri ancora sono stati nuovi incontri, perché i viaggi lenti nascondono la sorprendente capacità di aprire sempre scenari nuovi e inaspettati.
La comunicazione pervade oggi ogni singolo istante del vivere, fluendo nella mente, nell’occhio e nell’orecchio come una selva di stimoli. In un tale contesto, l’eco di alcune domande - “Dove sono?”, “Dove sono diretto?” - viene svuotato di senso concreto, quando lontanamente udibile. Da qui l’importanza di un cinema che rieduchi all’ascolto, al confronto, a una presa di coscienza personale e soggettiva. Con Voci dal Silenzio vorremmo dare un contributo in tal senso. E vorremmo farlo a partire da ciò che si pone come antitesi alla distrazione e al rumore: il silenzio e la contemplazione. Sotto questa particolare gradazione, ancor più che le parole, le scelte attuate dagli eremiti possono diventare un monito per lo spettatore, stimolo concreto per tornare a dirigere il proprio tempo verso panorami più vasti e tornare a dare un giusto peso alle effimere conquiste del quotidiano. Dall’incontro con queste figure potremmo, forse, trarre l’impulso a riequilibrare il nostro stare al mondo, dando a esso un significato personale, profondo e spirituale.
Joshua Wahlen e Alessandro Seidita sono due registi di origini siciliane. Nel 2010 vincono il premio Mind The Difference con il video L’approsimatio in Tempora. Lo stesso anno presentano la video-intervista Non Tentarmi, 1° premio al XXXVIII Concorso Video Cinema & Scuola e finalista in numerosi altri festival. Dopo un lungo periodo trascorso all’estero, nel 2013 rientrano in Sicilia per raccontare la loro terra. Firmeranno Viaggio a Sud – Indagine in Sicilia, un documentario che fotografa la situazione dei piccoli centri urbani e il rapporto che gli abitanti tessono con la propria memoria storica, e Corrispondenze, un poema visivo nato dalla collaborazione con i detenuti della Casa di Reclusione di Noto e che vede, tra gli altri, la partecipazione di Franco Battiato, Mimmo Cuticchio e Sebastiano Burgaretta.
Le tematiche affrontate nei loro precedenti lavori - la tossicodipendenza, il disagio psichico, la situazione carceraria– hanno fatto maturare nei due registi una profonda consapevolezza sul valore pedagogico e educativo contenuto nell’esperienza cinematografica. E’ per questo motivo che, negli ultimi anni si sono impegnati in un’azione di sensibilizzazione sui temi che riguardano l’educazione civica, il riscatto sociale, la ricostruzione di legami identitari tra individui e luoghi.
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