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Un documentario sugli eremiti d’Italia
Ogni eremita è un mondo a sé. C’è chi ispirato da una fede cristiana, musulmana o buddista, chi dagli insegnamenti delle sacre scritture, dei maestri, dei profeti, chi invece da valori laici. C’è ancora, tra loro, chi ha cercato di elevarsi e chi invece ha scavato nelle profondità dell’animo e della psiche. Abisso e vetta, a nostro avviso, delimitano l’ambito di un’investigazione infinita poiché rivolta a una meta che appare irraggiungibile: l’ascesi. Eppure la scelta del vivere in solitudine resta, agli occhi dei più, una decisione enigmatica e controversa, se non incomprensibile. Da qui l’idea di sviluppare un’opera visiva che possa diventare un ponte e condurre lo spettatore dal mormorio mondano a quel silenzio a noi ignoto, intriso di spiritualità, di cui è pervasa la vita ascetica.
Viaggeremo per vie solitarie, spesso inospitali, in eremi distanti dalle voci del mondo, all’interno di luoghi caratterizzati dal silenzio e dal raccoglimento. Riprenderemo il rapporto con la solitudine, il silenzio, i riti quotidiani, la preghiera, le esperienze estatiche. Ci immergeremo all’interno delle singole storie, raccontandone il passato, la vocazione, i conflitti e le battaglie. Tutto ciò con l’obiettivo di partecipare a un dialogo tra le varie tradizioni, poiché l’eremita, nella sua ricerca sempre autentica e originale, è per noi esempio d’unione e fusione delle diverse esperienze religiose. Il documentario ritrova così il suo vero “oggetto di ricerca” nella mistica, intesa come dialogo diretto tra uomo e Dio, una comunicazione altra, non verbale, non razionalizzabile , cuore unico e pulsante di ogni tradizione, philosophia perennis.
Il progetto nasce dall’incontro con Federico Tisa, fotografo torinese che nella primavera del 2014 decise di attraversare l’Italia a piedi, zaino in spalla e macchina fotografica, con l’intento di creare una relazione intima con gli eremiti. Una scelta dettata da una duplice motivazione: lasciarsi alle spalle il brusio urbano per riscoprire una dimensione contemplativa e documentare fotograficamente una storia che pochi conoscono. Ne è nato un reportage marcatamente espressivo e intenso: Visita Interiora Terrae
“Nutrivo il desiderio di comprendere, e realizzare, che un modo di vivere più semplice e più puro è possibile. Così, per esplorare autenticamente la dimensione umana e il suo rapporto con ciò che la circonda, ho affrontato questo viaggio a piedi, poiché solo a piedi e con i propri mezzi ritengo possibile integrarsi pienamente con la natura stessa di questo percorso. Camminando s’intuisce il peso reale del proprio corpo sulla terra, i limiti e le necessità concrete, non quelle imposte dall’esterno. Dormire, mangiare, respirare a pieni polmoni, affrontare ciò che è sempre stato umano e che ora trascuriamo. E, cosa per me più importante, porre lo sguardo verso un orizzonte lontano, dove la vista si perde e lo stare al mondo acquista un nuovo significato”.
Così, in uno spirito di piena collaborazione con Federico, abbiamo preso spunto da questa sua avventura per sviluppare un progetto documentaristico che ne ampli e completi la ricerca.
Questo progetto ha per noi un carattere fortemente simbolico, ritorniamo infatti a ciò che diede l’avvio alla nostra carriera documentaristica. Era il 2010 e a bordo di un camper sgangherato degli anni 80 attraversammo anche noi l’Italia. Incontrammo monaci, eremiti, alchimisti, sciamani. Privi dell’esperienza acquisita nel tempo e attenti più alle necessità di riscoprire noi stessi nella relazione con l’altro, non abbiamo mai orchestrato quelle riprese all’interno di un’opera. Eppure quel viaggio ha sancito l’amore per la ricerca documentaristica. Oggi, a distanza di 6 anni, crediamo sia giunto il momento di ritornare su quei primi passi e concludere un ciclo.
L’eremita è una figura onnipresente nella storia dell’umanità. In ogni secolo ci sono stati uomini che hanno intrapreso una via solitaria all’interno dell’esperienza spirituale. Hanno messo in pratica gli insegnamenti dei testi sacri, hanno seguito i passi dei profeti o la spinta di una voce interiore, attraversando il deserto, il pellegrinaggio, l’isolamento e mirando alla coincidenza di teoria e pratica religiosa, di mondo terreno e ultraterreno.
Attraverso il loro cammino si vivifica e attualizza la relazione tra Dio e l’uomo, dialogo in cui si sviluppa la ricerca umana dell’identità.
Immerso negli eventi mondani dell’ambiente sociale che lo circonda, ogni uomo deve e vuole sforzarsi di ritrovare se stesso, di scavare nella propria anima per comprendere la sua vera identità e la sua origine al di là dei lavori imposti, di ciò che la società gli ha richiesto e delle grandi opere che può realizzare. Ma nessuna scalata, nessun panorama – per quanto vasto – sulla bellezza straniante di questo mondo, potranno restituirgli il senso della sua vera casa, i confini infiniti e misteriosi dell’io che anima il suo corpo.
All’inizio di questo film c’è solo l’indicazione di una direzione, di un orizzonte, di un'inclinazione. Perché filmare è, prima di ogni altra cosa, intessere una relazione. Nessuna sceneggiatura dunque. In questo caso si tratta di raccontare ciò che è invisibile, impalpabile. La cinepresa si adatta a quello che accade nel momento, col fine di coglierne la verità che si manifesta nel suo movimento, eludendo le false evidenze, immergendosi nelle sfumature meno appariscenti. Il reportage seguirà il ritmo del viaggio, quello esistenziale prima di tutto. Viaggio di ricerca di sé, di scoperta e conquista dell’universo interiore. Alla successione di testimonianze delle figure incontrate farà da eco il lucido travaglio dei viaggiatori, immersi all’interno di un appassionato viaggio on the road a bordo di un vecchio camper.
La regia orchestrerà il tutto in un’unica esperienza corale restituendo allo spettatore il senso dell’erranza, della ricerca, del raccoglimento. Le immagini si accompagneranno ai racconti degli eremiti, alle riflessioni degli autori, alle voci della natura, ai silenzi. Le riprese poetiche, puramente musicali, che si riempiono di gesti e di attimi, avranno il fine di riaffermare le forme del nostro immaginario.
Ciò che mostreremo sarà sempre il frutto di un atto condiviso, di una piena adesione al progetto da parte degli eremiti che incontreremo. Alcuni li conosciamo già e sappiamo che sposeranno le nostre finalità. Altri hanno creato un rapporto di fiducia con Federico e sarà lui a introdurci nel loro paesaggio emotivo. Altri ancora saranno invece nuovi incontri, perché i viaggi lenti nascondono la sorprendente capacità di aprire sempre scenari nuovi e inaspettati.
I REGISTI
Alessandro Seidita - Joshua Wahlen
Nati entrambi a Palermo, si laureano con il massimo dei voti. A. Seidita in Filosofia della Conoscenza e della Comunicazione, discutendo una tesi sulle tecniche di trasformazione dell’Io nel percorso psicanalitico, J. Wahlen al D.A.M.S trattando una tesi sui linguaggi multimediali. Nel 2008 si trasferiscono a Torino. A. Seidita prosegue gli studi in ambito antropologico. J. Wahlen si specializza in tecniche audiovisive al V.R.M.M.P.
Nel 2009 vincono il premio Mind the Difference con l’Approsimatio in Tempora, video sperimentale sul disagio psichico. Nel 2010 ottengono il primo premio al XXVIII VideoCinema&Scuola con Non Tentarmi, video intervista finalista in numerosi festival nazionali. Lo stesso anno intraprendono un viaggio on the road, alla ricerca delle nuove forme di spiritualità. Nel 2013 rientrano in Sicilia. Qui firmeranno due documentari che raccontano la condizione attuale dell’Isola, Viaggio a Sud (2014) - che indaga il complesso rapporto che gli abitanti dei piccoli centri rurali tessono con la memoria - e Corrispondenze (2016), poema visivo nato dalla collaborazione con i detenuti della Casa di Reclusione di Noto.
IL FOTOGRAFO
Federico Tisa
Nato nel 1982 a Torino, dove tuttora vive. Frequenta la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. Comincia a occuparsi di fotografia nel 2009, dopo un diploma conseguito presso l’Accademia di Fotografia F.A. di Torino, collaborando con diverse web magazines e riviste che trattano di musica. Nel 2013 in seguito ad un master in fotogiornalismo seguito presso Obiettivo ReporterM.A.F. a Milano, decide che il fotogiornalismo è il modo migliore per comunicare con e del mondo esterno. Dal 2014 è membro della Eikòn, associazione che si occupa di fotogiornalismo.
La comunicazione pervade oggi ogni singolo istante del vivere, fluendo nella mente, nell’occhio e nell’orecchio come una selva di stimoli d’intensità inumana. Una colata di contenuti marcatamente ipocriti, superficiali, accattivanti, pubblicitari. In un tale contesto, l’eco di alcune domande - “Dove sono?”, “Dove sono diretto?” - viene svuotato di senso concreto, quando lontanamente udibile. Da qui l’importanza di un cinema che prenda volutamente le distanze dal chiacchiericcio contemporaneo e rieduchi all’ascolto, al confronto, a una presa di coscienza personale e soggettiva. Con Voci dal Silenzio vorremmo dare un contributo in tal senso. E vorremmo farlo a partire da ciò che si pone come antitesi della distrazione e del rumore: il silenzio e la contemplazione. Sotto questa particolare gradazione, ancor più che le parole, le scelte attuate dagli eremiti possono diventare un monito per lo spettatore, stimolo concreto per tornare a dirigere il proprio tempo verso panorami più vasti, riscoprire il piacere della concentrazione e tornare a dare un giusto peso agli ostacoli e alle effimere conquiste del quotidiano. Dall’incontro con queste figure potremmo, forse, trarre l’impulso a riequilibrare il nostro stare al mondo, dando a esso un significato personale, profondo e spirituale.
Per realizzare tutto ciò è indispensabile il tuo contributo. Ci permetterebbe anche di:
- coprire le prime spese di produzione necessarie ad avviare il documentario
- emanciparci da quei sistemi produttivi che tendono a privilegiare tematiche che abbiano maggiore potenziale economico e mediatico
- attuare una ricerca libera e non condizionata da committenze che richiedono, sovente, linguaggi codificati, stereotipati, semplicistici, televisivi
- abbandonare l’idea di un cinema come puro intrattenimento a favore di una ricerca tesa ad esplorare nuovi e sinceri orizzonti espressivi.
SOSTIENI IL PROGETTO
VOCI DAL SILENZIO
UN PROGETTO DI: Uroboro Project
UNA PRODUZIONE: Joshua Wahlen e Alessandro Seidita
IN COPRODUZIONE CON: Arte Senza Fine
IN COLLABORAZIONE CON: Federico Tisa
DOCUMENTARIO: 52 min. c.a.
FORMATO: Full Hd
LINGUA: Italiano
REGIA e MONTAGGIO: J. Wahlen e A. Seidita
PROGETTO FOTOGRAFICO: Visita Interiora Terrea di F. Tisa
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