Una campagna di
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E' difficile per noi dire che questo è un progetto, salvo non pensare, o sperare, che sia un Progetto Divino. Nella pancia di mamma Fanny infatti sono arrivate tre bimbe ( SI TRE, 3, HAI LETTO BENE), speriamo che sia il progetto di una nuova grande famiglia. Per noi è un’esperienza sconvolgente, bellissima, sicuramente irripetibile. E’ tormento ed estasi, gioia e disperazione, il sole e la luna nello stesso momento. Tre gemelle monocoriali ( cioè condividono la stessa placenta ma con tre tasche differenti) che crescono nella pancia di Fanny e speriamo riescano a nascere sane e forti.
LA NOSTRA STORIA
Avremmo dovuto essere per sempre in due, Massimiliano e Fanny: una implacabile sentenza di un medico del centro sterilità dopo un aborto e una Fivet non riuscita ci disse che non avremmo mai potuto avere dei figli nostri, forse avremmo potuto provare con l’eterologa in Spagna. Invece nel 2015, in modo naturale, è nato Alessandro e ora queste tre bimbe sono in arrivo da un momento all’altro. Siamo felici, preoccupati, un po’ sconvolti. Per alcuni anni abbiamo combattuto con l’idea che non potevamo avere figli, e alla fine ci siamo rassegnati che, come capita purtroppo a tante coppie, non avremmo mai vissuto questa esperienza, rimanendo soli noi due. Poi…dopo aver letto un bel libro che spiega che esiste una prospettiva diversa, che la medicina occidentale ha un rapporto troppo meccanico con questo fenomeno, trattando una donna come una “macchina” che con gli anni arrugginisce e perde efficienza, che generare una vita è un atto che coinvolge tutto l’essere, il corpo e la mente, è stato concepito Alessandro. Il libro l’abbiamo solo letto, non abbiamo fatto nulla di quello che diceva di fare come cure o pratiche positive, ma forse è bastato per riaccendere una speranza, e con quella speranza è nato Alessandro.
Sono passati due anni, intensi, pieni di novità, vissuti nella ricerca di un nuovo equilibrio dove ci fosse spazio per il piccolo, dove da essere coppia cercavamo di essere famiglia. Certo una piccola famiglia, papà mamma e bimbo. Anni anche difficili, perché Alessandro è nato con una piccola malformazione cardiaca, quello che una volta si chiamava soffietto al cuore, per cui ogni tre-quattro mesi, abbiamo fatto visite di controllo al Mayer a Firenze. Ad ogni visita è stato come scalare l’Everest e ridiscendere … finchè una volta ci hanno detto di restare, o meglio di andare all’Ospedale Pediatrico di Massa per far operare Alessandro. Una piccola operazione, il “palloncino”, niente a confronto di quello che capita ad altri bimbi, ma per noi è stata un’esperienza forte, che ci ha scavato nel profondo. E’ andato tutto bene e siamo tornati felici da Massa. Il cuore si è sciolto definitivamente quando al Mayer, alla prima visita di controllo ci hanno detto che andava tutto bene e il cuoricino di Alessandro era a posto!
Ma, come si dice, Dio non aveva ancora finito con noi.
Tre giorni dopo la visita al Mayer, siamo andati dalla ginecologa, per un controllo a Fanny che aveva delle piccole perdite e … un ritardo di tanti giorni.
“signora, si sì, lei è incinta, vedo la testa…aspetti, sono due vede accanto l’altra testa? …però aspetti, non capisco, vediamo meglio, eppure…ma …non è possibile, eppure, guardi, guardi, in fondo in un angolo, c’è un’altra testa!”
Gravidanza trigemina monocoriale. Cioè tre feti nella stessa placenta ma con tre sacche amniotiche. E così sono finiti i viaggi al Mayer e sono iniziati i viaggi settimanali a Careggi, a vedere cosa succede nella pancia di mamma Fanny. E succede di tutto, che cambiano posizione, che è difficile misurarle, che una è troppo grossa e una troppo piccola, che dobbiamo andare d’urgenza a Milano per un intervento col laser, che a Milano dicono che la situazione si è stabilizzata, che cerchiamo di andare avanti così.
E così eccoci qui, con tre angeli in volo che speriamo scendano fra noi.
SE VOLETE AIUTARCI
Non sappiamo, come non lo sa nessun essere umano, se quello che ci accade è un Progetto divino, un Destino, un caso o cosa altro. Certo è che è un percorso, un tortuoso percorso che sembra accompagnarci a visitare sentimenti opposti, da abituarsi a vivere soli senza figli, a vivere la rarissima gravidanza trigemellare, preparandoci ad accogliere tre bimbe e diventare, con Alessandro, una famiglia con quattro figli. In questo percorso abbiamo prima di tutto bisogno, lo diciamo senza vergogna, di tanto affetto. Della classica pacca sulla spalla, di un abbraccio, della telefonata “ciao come va” . E scusateci se straparliamo quando ci incontrate, se vi raccontiamo storie infinite, se ci dimentichiamo di tutto, se la casa è in disordine, se siamo confusi . Abbiamo bisogno anche di preghiere, a chiunque le indirizziate, il Dio degli Ebrei, il Cristo, Allah, o, se non siete credenti, di un aiuto a non mollare, a non sperderci in questo cammino, a trovare lo spirito giusto con cui affrontare la strada che ci si para davanti. Potrebbe essere una vera tragedia, se qualcosa andasse male, potrebbe essere una gioia immensa se le tre piccole nascono e stanno bene, e nel mezzo migliaia di ipotesi fra il dolore e la festa.
UNA FAMIGLIA IN CAMMINO
Ma a parte tutto questo, siamo una famiglia che cammina nello spazio e nel tempo, e per far questo servono strumenti, mezzi. Abbiamo sempre pensato che camminare, viaggiare sia il miglior strumento per formare una famiglia e educare dei piccoli. E così vorremmo che la nostra fosse una famiglia in cammino, che viaggia.
Massimiliano ha fatto per tanti anni il capo scout, e da Baden Powell. ha imparato che non esiste cattivo tempo o buon tempo, ma esiste un cattivo equipaggiamento o un buon equipaggiamento … e allora parafrasando B.P., abbiamo pensato che, se davvero come speriamo arriveranno tre angiolette e diventeremo una famiglia di sei persone, non deve essere difficile viaggiare se abbiamo l’equipaggiamento giusto. Ci siamo trovati benissimo con la fascia per portare Alessandro piccolo, e poi con lo zainetto. Abbiamo fatto per anni Couchsurfing, usufruendo dell’ospitalità gratuita di tante persone gentili, che spesso sono diventate cari amici, e ricambiando offrendo un letto caldo e una cena a casa nostra. Ma forse con quattro bimbi potrebbe non bastare e allora prende corpo nella mente di Babbo Massi ( o papà Massi per chi chiama da fuori toscana) un’idea più grande, un pulmino o minivan, o furgoncino, insomma un oggetto a 6 posti se possibile con due posti contromarcia, e agganciata una piccola roulotte con cucina, frigo, e bagnetto. Abbastanza per partire quando serve, quando abbiamo tempo, senza prenotare e senza spendere troppo.
Forse è un progetto irrealizzabile, perché i minivan costano tanto, e la roulotte costa non solo di acquisto ( ci accontentiamo anche di una arzilla vecchietta tenuta bene) ma di manutenzione ( campeggio, rimessaggio, etc…), però … però dopo più di dieci anni di matrimonio, dopo tante esperienze, le più diverse, perché non provare anche questo? Ed eccoci qui a raccontarvi la nostra storia e a chiedervi di darci un contributo per realizzare questo progetto, di aiutarci, se davvero le tre gemelline arrivano fra noi, a diventare una famiglia in cammino.
COSA VORREMMO
UN MINIVAN CON IL GANCIO E UNA ROULOTTE
English version
the project
Three monochorionic twins (that is, they share the same placenta but with three different pockets) that grow in Fanny's belly and We hope that they will be able to be born healthy and strong.
OUR HISTORY
We should have been in two forever, Massimiliano and Fanny: a relentless sentence by a doctor of the infertility center after an abortion and a failed ijn vitro fertilization told us that we could never have had our own children, maybe we could try with the heterologous in Spain. Instead in 2015, in a natural way, Alessandro was born and now these three girls are coming at any moment. We are happy, worried, a little upset. For some years we fought with the idea that we could not have children, and in the end we resigned ourselves, as unfortunately to so many couples, we would never have lived this experience, only the two of us remained.
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