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La Aleppo (Siria) devastata negli ultimi anni da una assurda guerra è costellata di storie di struggente emotività, di pervadente drammaticità, di perdurante e cronica disumanità.
Sono storie difficili da raccontare perchè ti provocano un groppo alla gola, ti lasciano senza respiro, ti collocano fisiologicamente dalla parte fortunata del mondo. Quella dove esiste una tutela dell’essere umano. Sono storie che intaccano la dignità delle famiglie, il loro quieto vivere. Condizionano le esistenze di innocenti persone che hanno avuto l’enorme sfortuna di vivere in posti dove la devastazione della guerra e della violenza ha presentato il conto a chi chiedeva solo di vivere serenamente la propria esistenza e la propria famiglia.
Come la storia di Raya (il nome è immaginario per tutelare la sua sicurezza) che a 17 anni è scomparsa dalla sua scuola di Aleppo. Rapita e violentemente abusata nel suo giovane corpo da militanti dell’Isis. Raya è stata ritrovata inerme dopo che i suoi genitori l’avevano ormai data per scomparsa. Vittima, come altre giovani ragazze, di una gratuita violenza, di una impietosa ira, di un inspiegabile odio.
Il papà e la mamma di Raya, al ritrovamento della loro primogenita, hanno deciso di scappare con tutto il resto della famiglia (e gli altri tre figli di 16 anni, 13 anni e 6 mesi) e si sono trasferiti a Kilis, nel confine turco.
Raya , come conseguenze delle violenze subite, ha scoperto di essere incinta. Ha dato vita ad una bambina che ha deciso di tenere e che ora ha due anni. Raya ha risposto alle violenze subite donando vita e amando la sua bambina.
Come se avesse sentito il bisogno di porsi in netta antitesi a tutto quello che aveva subito.
Bene, Raya vorrebbe studiare. Perchè è una ragazza che non ha smesso di sognare, nonostante tutto. E noi vorremmo poter dare a lei e alla sua famiglia la possibilità di trasferirsi in un alloggio che in qualche modo possa essere definito come tale, visto che la attuale sistemazione della sua famiglia è in una sorta di improvvisata baracca.
Ci impegniamo dunque nella promozione di questo crowdfunding con l’intento ed il nobile scopo di restituire a Raya e alla sua famiglia quello che la guerra e la cattiveria delle persone gli hanno tolto.
Vorremmo semplicemente darle un tetto e una possibilità di vivere il suo sogno di proseguire gli studi. Di garantirle un diritto che nel nostro mondo occidentale è scontato ma che nella dura realtà familiare di Raya rappresenta un sogno.
L’importo minimo per garantirle quanto sopra per un periodo ragionevole che stimiamo in due anni è pari a 2.400 euro.
Ci appelliamo alla vostra sensibilità e alla vostra generosità.
La famiglia di Raya non chiede nulla, non si lamenta di nulla e vive con quel poco che suo padre riesce a portare a casa.
Siamo noi ad esserci in qualche modo presi a carico questa storia di dignità e di amore. Di speranza e di riscatto. Di un sogno che ci piacerebbe trasformare in realtà.
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