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Se non ci fosse niente? Niente in cui credere, niente in cui sperare. Un vuoto eterno, buio sconfinato. Cosa avrebbe senso?
Stiamo realizzando un cortometraggio di circa 20 minuti, di genere drammatico. La nostra scuola, SAE Institute di Milano, come partner tecnico ci fornirà l'attrezzatura per la realizzazione di circa metà cortometraggio.
La tematica trattata è l'esistenza dell’uomo in quanto essere semplice e volubile. Analizziamo il valore dell’individuo, parlando del senso di vuoto che accompagna l’uomo nella ricerca della conoscienza dell’essere.
Lo spettatore viene trasportato in luoghi sconosciuti, passando da infinite grandezze dell’universo a immagini microscopiche di particelle elementari. Lo scopo è quello di disorientare lo spettatore facendolo sentire infinitamente piccolo e perso nell'universo per poi affrontare l'argomento della morte tramite simbolismi e allegorie.
Riferimenti filosofici e religiosi sono nella struttura dei dialoghi e nella psicologia di personaggi. Filosoficamente si basano sull' esistenzialismo ateo che ha caratterizzato il 20' secolo: Heiddeger, Sartre, Kierkegaard, l’eterno ritorno di Nietzsche e il flusso di coscienza di Proust. Mentre l'incontro religioso avviene dal punto di vista cristiano e buddhista.
Un mood underground e psichedelico è accostato in contrasto alla classicità di ambienti aristocratici. L’ambiente underground è accompagnato da musica elettronica e vagamente psichedelica. Le inquadrature sono “sporcate” (con easy rig) e viene utilizzato un largo uso di illuminazione diegetica a neon e verrà accostato alla visione micro delle particelle fondamentali e dalla confusione che comporta l'entropia su piccola scala. Mentre per l’ambiente aristocratico viene proposta musica classica e l’uso di inquadrature simmetriche e molto stabili (tramite steadycam e carrelli) caratterizzate da luce morbida e diffusa, per ricreare un effetto di luce naturale che verrà accostato all’ambiente macro con la perfezione di un sistema apparentemente governato da regole immutabili.
La produzione si svolgerà su circa 20 location, la troupe sarà composta da circa 25 persone e il cast principale da 9 persone.
Le riprese avranno luogo tra giungo e luglio nella zona di Milano e Como, e la post produzione verrà ultimata l'ultima settimana di agosto.
Si punterà principalemente su una distribuzione a livello di festival e la data della 'prima' al cinema è ancora da programmare.
Martin è un ragazzo tormentato, che sta attraversando una profonda crisi esistenziale. I suoi pensieri sovrastano la sua capacità di azione rendendolo succube delle sue stesse riflessioni filosofiche. Il passato ritorna instancabilmente nella sua mente collegando le sue esperienze pregresse ai suoi interrogativi del presente.
Verrà trascinato nolente dall'amico di infanzia nell'acquisto e successivamente nella vendita di farmaci sottobanco. Nel viaggio incontrerà diversi personaggi, alcuni lo metteranno in difficoltà, ma in questi vi sarà anche una persona, a lui in qualche modo affine, che lo aiuterà a riflettere in maniera laterale. Vivendo queste avventure il suo vero viaggio sarà dentro se stesso, infatti non presterà molta attenzione a ciò che gli succede intorno.
“Martin sta attraversando una profonda crisi esistenziale, apatico di fronte ad ogni circostanza, anche tra le più singolari. Trascinato dal suo amico di infanzia, incontrerà persone che lo obbligheranno ad estraniarsi dalla sua passività.
Regia: Alessandro Gessaga
Soggetto/sceneggiatura: AlessandroGessaga
Aiuto regia: Laura Bertoglio, Andrea Manfredi
Coordinamento produzione: Luca Mapelli, Andrea Manfredi
Reparto Fotografia: Federico Lombardi, Michele Trevisani
Team audio: Peter Bozzini, Luca Pagano, Oscar Villa, Davide Panzeri, Napoleon Kanellopolos
Montaggio: Tommaso Zaffaroni
Scenografia: Claudia Bianco
Costumista e truccatrice: Valeria Pestoni
Lo scopo ultimo del cortometraggio sarà quello di mettere in scena i problemi esistenziali dell'uomo.
L’intero racconto assumerà i tratti di una proustiana operazione di recupero della memoria del protagonista, la percezione della realtà diventa quindi sfumata, i piani della rappresentazione andranno a mischiarsi tra loro in un tempo relativo ma in uno spazio continuo, sarà ripetutamente smontato e rimontato tramite il montaggio, con largo uso di jump cut.
Lo stile sarà quindi frammentario, riprendendo sia nei dialoghi sia nello stile fotografico lo "Stream Of Consciousness" di Proust.
Vi saranno riprese audio inusuali, il suono diegetico seguirà lo stile dei ricordi, sarà frammentario, a tratti non udibile e non classicamente intelleggibile.
Per dare una visione laterale e diversa, saranno presenti due scene che ritrarranno infinite grandezze dell’universo fino ad immagini microscopiche di particelle elementari.
La tecnica di ripresa sarà con steady cam o a mano, non saranno presenti riprese a cavalletto.
Si prediligeranno obbiettivi grandangolari e molto luminosi.
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Lo scopo è quello di sostenere le spese di trasporto e offrire i pasti sul set, sia per gli attori che per la troupe.
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