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Sostieni primo maggio No Tap

Una campagna di
Primo Maggio NO TAP

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Campagna terminata
  • Raccolti € 2.394,00
  • Sostenitori 150
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Musica & concerti

Una campagna di 
Primo Maggio NO TAP

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Il Progetto

Adesso tocca a te, sostienici e permetti a PRIMOMAGGIO NO TAP di diventare realtà!


In questi giorni sono tante le informazioni e le notizie che sono circolate, per questo ci teniamo a chiarire che l'adesione all'appello è cosa ben diversa dall'esibirsi sul palco.
Il palco del Primo Maggio darà ampio spazio agli artisti di questo territorio, a chi da sempre si spende in prima linea.

Lanciamo questa campagna di raccolta fondi - con scadenza 22 aprile - per raccogliere i fondi  necessari alla realizzazione dell'evento.
La raccolta fondi è gestita, nella massima trasparenza, dal Presidio NOTAP e da tutte le organizzazioni che si sono messe a disposizione; sin da ora ribadiamo che qualsiasi somma eccedente verrà consegnata dal Coordinamento 1maggio al Presidio per sostenere eventuali spese legali o per qualsiasi altra necessità.

Chiediamo ad ognuno di voi, a tutte le realtà che hanno sottoscritto l'appello di contribuire - secondo le proprie possibilità - a questa grande giornata di festa.
I tempi sono stretti e vi chiediamo di reagire subito, le organizzazioni e il presidio sono già al lavoro.

Il palco del 1 maggio non si presterà a strumentalizzazioni politiche e saremo uniti nel dire: "NO TAP né qui né altrove”!



L'affare TAP è una speculazione finanziaria mascherata da opera utile. E i costi sono enormi: 10.000 alberi da eradicare, ettari di scavi e demolizioni, una serie di impianti industriali installati in zone rurali, costi enormi per i cittadini: un processo irreversibile per il territorio. Tutto ciò nella cornice di un conflitto tra Istituzioni: da una parte la speculazione di TAP, multinazionale con sede in Svizzera, sostenuta del Governo centrale tramite il diktat dell'UE; dall'altra il Governo Regionale, i Comuni e le popolazioni locali. Giustificare nuovi investimenti all'estero per estrarre petrolio e gas o nuove infrastrutture in Italia per garantire che petrolio e gas possano "alimentare il mercato europeo" è ipocrita e mette in secondo piano i diritti delle comunità che vivono dove le risorse sono estratte e dove le mega opere dovrebbero essere costruite.

Commenti (35)

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