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Melmaridé

Una campagna di
Elisa Bozzarelli, Alice Daneluzzo

Contatti

Una campagna di
Elisa Bozzarelli, Alice Daneluzzo

MELMARIDÉ

Melmaridé

Campagna terminata
  • Raccolti € 5.730,00
  • Sostenitori 104
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Documentari & inchieste

Una campagna di 
Elisa Bozzarelli, Alice Daneluzzo

Contatti

Il Progetto

MELMARIDÉ*

di Elisa Bozzarelli e Alice Daneluzzo


IL PROGETTO

Le tue amiche femministe sono tutte putane o melmaridè” (nel 1970 più o meno tutte le madri la pensavano così, a Piacenza).

Questa è la storia di Lucia, Brigitte, Paola, Gabì, Brunetta, Chicca, Maura e Marinella, un gruppo di donne che sfidarono il disprezzo delle loro famiglie, delle istituzioni e dei benpensanti della provincia emiliana per unirsi al coro più ampio del movimento femminista internazionale, entrando a far parte del Collettivo Femminista di via Benedettine a Piacenza e successivamente fondando il consultorio. Il consultorio era una struttura autogestita, autofinanziata e gratuita che offriva informazioni su mezzi anticoncezionali, visite mediche, organizzazione e assistenza in caso di aborto, quando abortire era ancora illegale. Un atto politico scaturito da una profonda urgenza personale di libertà e coscienza di sé, che le ha unite modificando per sempre il loro immaginario, personale e politico.

Trent’anni dopo queste donne si ritrovano diverse, invecchiate, ma ancora amiche e con lo stesso spirito anticonformista, determinate nel desiderio di non dimenticare quell’esperienza che le ha cambiate per sempre. Ciascuna di loro è cresciuta indipendentemente, chi in modo eccentrico, chi meno, ma ognuna consapevole protagonista della propria vita.

Questa però è anche la storia di Elisa, figlia di una delle componenti del Collettivo, la mia storia. Sono nata a Piacenza nel 1974, pochi mesi prima del referendum sul divorzio e 4 anni prima che l’aborto diventasse legale in Italia. Sono stata concepita sotto il segno di una società patriarcale e partorita in un mondo nuovo dove una ragazza di 19 anni poteva gettare le basi per una vera libertà di autodeterminazione del proprio corpo e della propria vita.

A quarant’anni da quel giorno, ho incontrato Alice, videomaker e proprio come me figlia spirituale di quegli anni. Insieme abbiamo capito quanto è importante che questa “piccola” avventura di provincia non venga dimenticata perché è grazie a questi atti di coraggio singoli e di gruppo che il nostro essere libere è stato ed è possibile.

E’ nato così un percorso di consapevolezza, conoscenza e coscienza politica che attraversa tre generazioni. Un racconto corale fatto di incontri, ricordi e condivisione di intimità tra donne profondamente diverse ma tutte felicemente (più o meno) melmaridè.


* MELMARIDÉ: In dialetto piacentino significa “male accoppiato”, nello specifico “divorziata”.


PERCHÉ SOSTENERCI

Le riprese sono cominciate il 4 maggio del 2015 e sono durate 18 mesi, ricchi di incontri, parole, scoperte e condivisioni, viaggi su e giù per le colline tra Emilia, Lombardia e Liguria. Fin qui il progetto si è sostenuto esclusivamente grazie alle nostre energie, alla nostra capacità di recuperare il materiale tecnico di cui avevamo bisogno e alla voglia di raccontare con il nostro punto di vista questa storia, queste persone. Ora le riprese sono al termine e presto inizieremo il montaggio.

Crediamo profondamente che le storie locali e personali, lontane dalle luci della ribalta, le storie senza grandi nomi e forse senza nemmeno grandi parole, sono importanti da raccontare, perché nascono da esigenze concrete e spesso sono accompagnate da cambiamenti individuali profondi e radicali. Anche se non sempre hanno spazio o grande visibilità, sono proprio queste narrazioni di attimi che possono farci capire meglio quanto i cambiamenti sociali ci riguardano da vicino, quanto sono fatti più sulla pelle dei nostri corpi che sulle pagine di un libro, di un giornale o di un social network.

Il vostro aiuto ci servirà per:

Il montaggio video

Finalizzazione audio video

Acquisto diritti materiale storico

Colonna sonora originale

La promozione del progetto


PAROLE IN ORDINE SPARSO... (da Paola, Marinella, Lucia, Brunetta)

...Dopo anni di collegio a 18 anni ero pronta per essere divorata………ma sono riuscita a salvarmi. Vengo a conoscenza che in via Genocchi esiste un Consultorio femminista e mi butto. Inizia così la mia rivoluzione privata e politica reattiva alla mia educazione fatta da suore, preti, genitori e benpensanti del mio paese. Mi ricordo la manifestazione per l’aborto avvenuta un sabato pomeriggio sul Corso Vittorio Emanuele dove ci si “auto” denunciava di avere abortito, ed io ho visto persone del mio paese e ho letto nei loro occhi il crollo della mia reputazione.”

...Da bambina, avrò avuto nove o dieci anni, pensavo: “da grande non laverò mai un calzino o una mutanda per un uomo”. E così fu poi nella vita reale. Fu però solo nel 72, a 23 anni, che ebbi la folgorazione sulla strada di Damasco, leggendo sul paginone dell’ESPRESSO, che allora era in mega formato, uno splendido titolo “SIAMO DONNE MA CAMBIEREMO”, sovrapposto a foto di donne bellissime, grintose, che manifestavano con il simbolo femminista, con le mani unite a formare l’organo femminile. Così, dettofatto, io e l’amica Mimma, che aveva letto l’articolo con me, facemmo l’autostop per Milano, dove c’erano i movimenti…”

...Oggi quando mi capita di accennare ad una mia passata esperienza femminista vengo guardata con un misto di incredulità, sgomento, interesse archeoantropologico. Come mai? Rimozione collettiva? La storia ci ha dimenticate? Che cosa ci ha spente e ridotte a derive elitarie o fenomeni da salotto televisivo? Eppure è molto difficile immaginare le conquiste di diritti civili degli anni Settanta senza di noi…”

...Nell’inverno del 1974/75, dopo la nascita di Elisa, iniziai ad andare alle riunioni abbastanza regolarmente, finalmente mi trovavo dove volevo essere, dove si parlava di rivoluzione, di un modo di pensare e di essere delle donne. La mia famiglia con quel padre padrone violento ed egoista, aveva avuto certamente notevole ruolo in questa scelta, ma non meno lo ha avuto il mio desiderio che le cose cambiassero per tutte le donne, che finalmente potessero prendere in mano la loro vita, ribellandosi e cercando la propria realizzazione…”


CHI SIAMO

Elisa Bozzarelli, 42 anni di cui 28 dedicati all’immagine e alla rappresentazione, artistica, fotografica, grafica e video. Ha studiato all’Isia di Urbino e alla Civica Scuola di Cinema di Milano. Ha lavorato in vari studi grafici, per approdare infine all’editoria. Giornalista da 11 anni ha creato pagine e disegni per alcune delle maggiori riviste periodiche italiane tra cui “Vanity Fair”, “Velvet”, “D della Repubblica”, “Vogue” e “AD”.

Alice Daneluzzo, femminista e videomaker. Attraversa studi umanistici e artistici per arrivare a sviluppare la sua personale osservazione del reale da dietro la lente di un obbiettivo. Prima come montatrice, poi anche come regista per programmi televisivi, videoclip, live video e produzioni indipendenti. Ha collaborato con le maggiori case di produzione milanesi e negli ultimi anni sta portando avanti diversi progetti di documentari indipendenti.


THE PROJECT

Your feminist friends are all whores or separated” (in 1970 more or less all mothers thought this way in Piacenza).

This is the story of Lucia, Brigitte, Paola, Gabì, Brunetta, Maura, Chicca and Marinella, a group of women who challenged the disdain of their families, of the institutions and of all conformists in their city. They got involved with the international feminist movement, founded a Feminist Collective and later started a public women's health clinic and counselling center. The clinic was a self-directed, self-financed and free of charge structure that offered information on birth control, medical examinations, and help getting an abortion, when abortion was still illegal in Italy. A political act that arose from a profound urgency for personal freedom and self-awareness, that united them and radically changed their personal and political viewpoint.

Thirty years later, these women find themselves different, older, but still friends and with the same non-conformist spirit, determined in their desire not to forget that experience that changed them forever. Each of them went their own way, some took bizarre or extravagant turns, some less so, but each one remained deeply aware of being the protagonist of her own life. This, however, is also my story. I am Elisa, the daughter of one of the members of the Collective. I was born in Piacenza in 1974, a few months before the referendum on divorce and 4 years before abortion became legal in Italy.I was conceived under the sign of a patriarchal society, and came to life in a completely new world, where a 19 years old woman could set the foundations for true freedom and for self-determination over her body and her life.

Forty years later, in 2014, I met Alice, videographer and - just like me - spiritual daughter of those years. Together we realized how important it is that this “small” adventure in provincial Italy is not forgotten, because it is thanks to these individual and collective acts of courage that our freedom has been and is possible. This is how this process of self-awareness, intimacy and political conscience that unites three generations started. A collective story that is made of encounters, memories and intimacy among women who are profoundly different but who are all - more or less - happily melmaridè.

WHY YOU SHOULD SUPPORT US

The shooting started on May 4th 2015, and lasted 18 months that were full of encounters, words, discoveries and shared experiences, and trips up and down the hills between Emilia, Lombardia and Liguria. So far, the project has only been sustained by our energies, our ability to recuperate the materials we needed, and the desire to tell narrate this story and these women from our point of view. Now the shooting has come to an end, and we will soon start the editing.

We strongly believe that local and individual stories, those that are far from the spotlight, the stories that have no big names and perhaps not even big words, are important to tell, because they originate from concrete needs and are often accompanied by profound and radical changes of individuals. Even if these stories don’t always have space or visibility, the narrations of these moments can help us understand how much social changes affect us, how these changes happen more on our skin and bodies than on the pages of a book, a newspaper, or a social network.

YOUR HELP WILL SUSTAIN:

Video editing

Audio and video Post Production

Purchasing the rights to distribute historical materials

Original soundtrack

Promotion of the project

A FEW WORDS FROM THE INTERVIEWS: (by Paola, Marinella, Lucia, Brunetta)

...After years of boarding school, at 18, I was ready to be eaten alive… but I was able to save myself. I learned that in Via Genocchi there was a feminist counselling clinic, and I took the plunge. This is how my private and political revolution started, as a reaction to my upbringing among nuns, priests, parents and conformists. I remember the demonstration on abortion that occurred a Saturday afternoon, where women “self-reported” themselves as guilty of having had an abortion. I saw some people from my town there, and in their eyes I saw my reputation shatter.”

​​“...As a little girl, I was maybe nine or ten, I thought: “when I grow up I will never wash socks or underwear for a man”. And so it would be in real life. Only in 1972 though, when I was 23, I had a revelation on the way to Damascus, as I was reading on the large page of ESPRESSO (a major Italian weekly magazine), which was in big format back then, a wonderful title: “WE ARE WOMEN, BUT WE WILL CHANGE”, next to photos of beautiful and bold women who rallied showing the feminist symbol, their hands joined to form the feminine organ. So, without further ado, me and my friend Mimma, who read the article with me, hitchhiked to Milan, where the feminist movements were…”

...Today, when I mention my former feminist experience, people look at me with a mixture of incredulity, shock, and archaeo-anthropological interest. Why? Collective repression? History has forgotten us? What put us off or turned us into elitist deviations or talk show characters? Still, it is very hard to imagine the achievement of civil rights in the seventies without us…”

...In the winter of 1974/75, after the birth of Elisa, I started going to the meetings regularly, and finally I was where I wanted to be, where people talked about revolution, about a way of thinking and being that belonged to women. My family, with that tyrannical father, certainly had a big role in my choice. However, I also wanted things to change for all women, I wanted us to be able to take our lives in our hands, rebelling and pursuing our self-fulfillment…”

THE AUTHORS

Elisa Bozzarelli, 42 years old, 28 spent working with images and with artistic, photographic, graphic and video representation. She studied at ISIA in Urbino and at the Civica Scuola di Cinema in Milan. She worked in several graphic design studios, and then switched to publishing. She is a journalist since 2005, and has created pages and illustrations for some of the most important periodical magazines in Italy: “Vanity Fair”, “Velvet”, “D della Repubblica”, “Vogue”, and “AD”.

Alice Daneluzzo, feminist and videographer. She has a humanistic as well as artistic education, and has developed her own personal vision of reality as seen from behind a lens. She began her career as a video editor, and later authored TV shows, video clips, live videos and independent productions. She has collaborated with the most prominent production studios in Milan, and lately has started working on various independent documentaries.

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