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assistente alla regia Serena Lietti
disegno luci Alberto Gualdoni
"Sai cos'è la carne tu che mi sei stato padre e carceriere?
Questi brandelli, questo sangue, questo niente che si sfarina, diventa polvere, nebbia..."
G. Testori, La monaca di Monza
Dopo Cleopatràs, il primo spettacolo testoriano della coppia Manni-Ossoli, acclamato da pubblico e critica e insignito del Premio nazionale Franco Enriquez 2017, il duo si cimenta in un nuovo progetto - sempre dedicato all’autore brianzolo - con la messinscena de La Monaca di Monza, che debutterà a Canzo (CO) in anteprima nazionale.
Prendendo avvio da ciò che Manzoni preferì tacere delle turpi vicende - storicamente attestate - che coinvolsero la monaca, Testori decide invece di andare fino in fondo alla sofferenza e all'orrore che visse realmente la "sventurata" aggiungendo potenza e verità alla sua storia.
Squarciando il silenzio impostole nel romanzo manzoniano, Virginia trova finalmente la voce e il diritto di esprimere le sue ragioni e i suoi sentimenti: il suo urlo muto diventa l'eco della coscienza di tutti, di chi in silenzio ha permesso che la sua storia tragica e disumana prendesse corpo e forma. Da qui nasce l'idea di trasformare e ridurre il testo in un monologo, un grido di solitudine e maledizione che si va ad aggiungere idealmente ai Tre lai, i tre "lamenti" femminili che Testori scrisse prima di morire (di cui fa parte Cleopatràs).
Virginia urla la sua maledizione contro il padre, ma anche contro Colui che è stata costretta a pregare tutta la vita: inevitabile quindi immaginarla sola sulla scena, preda dei suoi stessi rimorsi e dei fantasmi del passato. E in questo deserto senza risposte, in questa dolorosa confessione di un’esistenza “sbagliata”, risuona l’eco dannato e profondo di un amore maledetto, quello per Giampaolo Osio, in un groviglio di spettri e ombre che la chiamano a dare vita a un nuovo processo, dove gli imputati, questa volta, saranno proprio gli spettatori.
1 maggio 2018
Teatro Sociale di Canzo (CO) in apertura del festival letterario “Canzo racconta”
marzo 2019
Teatro Litta (Corso Magenta, Milano) in concomitanza con la ripresa di Cleopatràs
MINO MANNI
Diplomato alla bottega teatrale di Vittorio Gassman, ha lavorato con i più grandi registi del teatro italiano tra cui Massimo Castri, Giancarlo Cobelli, Cesare Lievi, Antonio Calenda e Jerôme Savary, direttore della Comédie Française di Parigi. Ha recitato con Glauco Mauri per cinque anni interpretando opere di Goldoni, Shakespeare e Dostoevskij facendo tournée in Italia e all’estero.
Ha recitato anche con Alessandro Preziosi, Kim Rossi Stuart, Michele Placido, Silvio Orlando, Franco Branciaroli, Gabriele Ferzetti. Premiato al Montegrotto Teatro Festival come miglior attore, per il cinema ha lavorato, tra gli altri, con i registi Alessandro D’Alatri, Dario Argento, Michele Placido, Marco Bellocchio.
Nel 2010 fonda col regista Alberto Oliva la compagnia I Demoni con cui realizza: il monologo Garibaldi amore mio (scritto da Maurizio Micheli),La donna che visse due volte, La confessione (monologo tratto da I Demoni di Dostoevskij), Il ventaglio di Carlo Goldoni (Premio Nazionale Sipario); Il mercante di Venezia di Shakespeare nel ruolo di Shylock e Giulio Cesare nel ruolo di Antonio, Il giocatore (sempre di Dostoevskij), Enrico IV di Pirandello (Premio Giornate Pirandelliane Delia Cajelli 2017), Mozart e Salieri e Don Giovanni di Puskin, Salomé di Oscar Wilde, Il topo del sottosuolo e Delitto e Castigo di Dostoevskji. Ha al suo attivo vari laboratori di cinema e di teatro e insegna recitazione al liceo artistico Cassinari di Piacenza. Inoltre da molti anni riscuote grande successo con una serie di letture con musiche dal vivo tratte da I promessi sposi di Alessandro Manzoni in coppia con Marta Ossoli, attrice con cui vince nel 2017 il prestigioso Premio Nazionale Franco Enriquez per lo spettacolo Cleopatràs di Giovanni Testori.
MARTA OSSOLI
Attrice, si diploma nel 2011 all'Accademia dei Filodrammatici di Milano.
La sua esperienza professionale spazia dalla tragedia antica (Mythos prodotto dal CTB) ai capolavori italiani del primo Novecento (La coscienza di Zeno da Svevo, diretta da Maurizio Scaparro; Non si sa come di Pirandello), passando da Cechov (Cechoviana), fino ad arrivare alla drammaturgia contemporanea extraeuropea (Terrorismo dei fratelli Presnyakov). Una nota particolare meritano gli incontri shakespeariani: è per due volte la contessa Olivia nella Dodicesima notte di Lorenzo Loris e in quella diretta da John Pascoe al Teatro Licinium di Erba, teatro in cui veste per la prima volta i panni della protagonista come Regina del Nilo, interpretando Cleopatra in Antonio e Cleopatra.
Sorprende e diverte anche il pubblico dei più piccoli con un'inedita Biancaneve affiancata dalle marionette della storica compagnia milanese di Gianni e Cosetta Colla.
Attualmente in tournée con La Locandiera di Goldoni nel ruolo di Mirandolina diretta da Luca Micheletti.
Nel 2015 vince il premio della giuria “Luigi Vannucchi” con La Monaca di Monza di Giovanni Testori, autore che ama e che omaggia mettendo in scena il monologo Cleopatràs con la regia di Mino Manni. E proprio questo monologo le vale il Premio Nazionale Franco Enriquez 2017 nella categoria Giovani Grandi Interpreti.
Dottoressa in Filosofia vede nel teatro un mezzo privilegiato di ricerca, confronto e condivisione collettiva.
MINO E MARTA si incontrano nel 2012 in occasione dell'allestimento di Antonio e Cleopatra di William Shakespeare per la regia di John Pascoe al Teatro Licinium di Erba nel quale interpretavano i due protagonisti. Da allora collaborano all'insegna della riscoperta dei grandi classici letterari e del valore della parola: da Shakespeare a Manzoni arrivando fino a Testori.
La Monaca di Monza di Giovanni Testori è un testo che volevamo mettere in scena ancor prima di Cleopatràs, da quando cioè abbiamo cominciato a raccontare la storia di Virginia – questo il vero nome della protagonista - attraverso le nostre letture manzoniane. Crediamo che la sua storia meriti di essere conosciuta nella sua tragica e cruda verità, per come si svolsero realmente i fatti. Il coraggio di Testori sta proprio nel mostrarci fino in fondo l’umanità di questa donna, al di là del bene e del male, con tutta la struggente poesia di cui è Maestro, parlando alle nostre fragilità con estrema forza e umana dolcezza. La fede, le domande a Dio senza risposta che tutti ci poniamo, il coraggio di guardarci dentro e di riconoscerci tutti simili nella nostra continua e disperata ricerca di un senso. Subire o ribellarsi a un’esistenza dalla libertà negata? Quanto Virginia è vittima e quanto colpevole di ciò che le è accaduto? Seguireste i vostri desideri fino alle estreme conseguenze?
Senza una produzione alle spalle, ogni vostro contributo sarà per noi prezioso per poter mettere in scena tutte le domande che quest'opera porta con sé. Ciò che ci guida è l’amore per Testori e la voglia di farlo conoscere, all’insegna del grande valore che la parola teatrale può ancora avere per tutti noi.
Con un brevissimo estrapolato del testo, Marta Ossoli ha vinto il Premio Giuria Giovani Luigi Vannucchi 2015 con la seguente motivazione: “per la scelta del testo, per il coraggio di aver interpretato in maniera eccellente un personaggio così complesso e spregiudicato e per aver rivelato la vera natura di un dolore che non ci è mai stato realmente raccontato”.
GRAZIE A TUTTI COLORO CHE VORRANNO SOTENERCI CONDIVIDENDO CON NOI QUESTO INTENSO E BELLISSIMO VIAGGIO!!
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