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Network di we4sport

"Gamba in spalla - Storie di disabilità"

Una campagna di
Romuald Desandre

Contatti

Una campagna di
Romuald Desandre

"Gamba in spalla - Storie di disabilità"

Campagna terminata
  • Raccolti € 80,00
  • Sostenitori 7
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Documentari & inchieste

Una campagna di 
Romuald Desandre

Contatti

Il Progetto

IT - EN

Un documentario che racconta la storia di Francis che con l'aiuto dello sport e la compagnia di altri atleti amputati, decide di sconfiggere il pregiudizio della disabilità.

IT

Quando si parla di disabilità il pregiudizio è come una montagna, con tanto sacrificio si riesce a scalarla

L'IDEA

Il progetto Gamba in spalla è nato nel 2015 da un'idea di Francis Desandré, amputato della gamba destra, con lo scopo di combattere il pregiudizio nei confronti della disabilità e agevolare il recupero psico-fisico delle persone affette da disabilità attraverso la pratica dello sport.

La montagna si presta facilmente ad essere utilizzata come metafora e non a caso l’idea del progetto è di scavalcare le montagne fisiche e immaginarie praticando il trail running.

Il primo approccio di Francis a questa disciplina ha subìto una battuta d’arresto in fase embrionale, proprio in una riunione con l’organizzazione del Tor des Géants® emerse un problema all’epoca insormontabile: non esisteva una normativa che annoverasse il trail running nelle discipline praticabili da parte di atleti diversamente abili. In seguito a quell’incontro è stata organizzata una petizione indirizzata al Ministro delle Politiche sociali, chiedendo l’accesso a tale disciplina. La petizione, pubblicata sulla piattaforma Change.org è stata sottoscritta da oltre 47.000 cittadini ed è stata consegnata in mano al Sottosegretario alle Politiche sociale, On. Luigi Bobba. I tempi burocratici sono ovviamente molto lunghi, tuttavia la copertura mediatica su diversi media nazionali (Rai News 24, Rai3, Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport) ha permesso di sensibilizzare le organizzazioni sportive spingendole ad accettare, sotto la propria responsabilità, la partecipazione di atleti diversamente abili a diverse gare. Francis ha avuto modo di partecipare al 4K Alpine Endurance VdA, al Vertical Cervino X-Trail, alla prima edizione del TotDret® (fratello minore del blasonato Tor des Géants®) ed altre gare minori.

La partecipazione al TotDret® è stata uno dei punti cardini del progetto Gamba in spalla, che ha portato Francis a partecipare a diverse gare di diverse difficoltà e lunghezza, per riuscire a calibrare la percorrenza media di un atleta diversamente abile sulle asperità dei sentieri di montagna. Grazie a queste esperienze si potrà definire uno standard di categoria con dati oggettivi utili per sottoporre alle diverse federazioni sportive la richiesta di inserimento della specialità sportiva tra le attività praticabili da atleti diversamente abili.

La percorrenza di un atleta amputato è decisamente diversa rispetto quella di atleti normodotati ed è per questo che si è pensato alla percorrenza a staffetta al TotDret® 2018 in collaborazione con altri atleti diversamente abili.

PERCHE' IL DOCUMENTARIO?

Il documentario "Gamba in spalla - Storie di di(ver)sabilità" racconta la vita quotidiana di 5 persone diversamente abili e di come vivono lo sport. E' la storia di Francis, Moreno, Fabienne, Lino e Massimo. Un viaggio dalla Valle d'Aosta alla Sardegna, passando dalla Lombardia, dal Veneto e dalla regione francese del Rhône-Alpes. Il viaggio si conclude con la staffetta sull'Alta Via n°1, un'avventura lunga 130 chilometri e con 12.000 metri di dislivello positivo da fare interamente a piedi. Da percorrere di giorno e di notte. Con il sole e con il vento o la pioggia. Qualche volta anche con la neve.

Il documentario diventerà un prezioso strumento di divulgazione da proiettare all'interno di festival tematici sullo sport, sulla montagna, sull'inclusione sociale e anche nelle scuole, circoli e enti che ne faranno richiesta.


I PROTAGONISTI

FRANCIS

Amputato dal 1989

Ha perso la gamba destra in seguito alle complicazioni di un grave infortunio lavorativo. Mentre assisteva allo spostamento di un carico con l’escavatore sono finito sotto i cingoli. Una folla corsa in ospedale, un caso di malasanità ad Aosta e il tentativo di salvare la gamba da parte di una delle migliori équipe chirurgiche di Lione (Francia), così la sua vita è cambiata in men che non si dica. Dopo 18 interventi il primario lo mise davanti ad un bivio: tentare di salvare la gamba o cercare di salvargli la vita. Ovviamente scelse la vita. Lo fece un venerdì 17.

La ripresa non è stata facile, aveva 21 anni, un matrimonio celebrato da pochi mesi e il primogenito in arrivo. Grazie al supporto della famiglia e del lavoro in seguito si è letteralmente rimesso in piedi. Poco dopo ha iniziato a praticare dello sport ed è quello che gli ha permesso di completare la ripresa. Ha praticato l’atletica leggera (lancio del disco, del giavellotto e del peso) con discreti risultati agonistici ma non gli bastava, così ha iniziato a fare un po’ di tutto, passando dallo sci nautico per arrivare allo sci alpino. Poi la famiglia è cresciuta, è padre di tre figli e nonno felice di 2 nipotini, il tempo è diminuito ed ha rallentato l’attività sportiva per qualche anno. Nel 2014 ha conosciuto il trekking ed il trail running e da lì suo mio pensiero è fisso, vuole provare anche lui le stesse emozioni dei runner di montagna, con i suoi tempi ovviamente.

MORENO

Amputato dal 1997

Un giorno, il 30 agosto del 1997, la sua vita si è fermata. Forse andava troppo di fretta.
 Ha imparato a guardare, pensare e aspettare. "Dopotutto, perdere una gamba, non è poi così grave, se questo non ti blocca la voglia di vivere." Un incidente motociclistico lo ha sbattuto a terra in tutti i sensi e la vita ha cambiato significato. E' rinato quando ho capito che la sola differenza è che ora è solo un po’ più lento quando corre o cammina. 

"Il mio scopo è continuare a farlo non solo per me, ma per far emergere quella stessa forza che mi ha rifatto iniziare a vivere in ogni persona che possa pensare di mollare perché qualcosa nella loro vita è cambiato irreversibilmente.
Una forza che ogni giorno mi ritorna più forte di prima e mi accompagna in tutte le cose che faccio."

La sua missione è porsi degli obiettivi e cercare di raggiungerli come traguardi, anche se sono solo dei traguardi intermedi, trasmettendo l’energia che lo anima ogni volta ad intraprendere qualsiasi avventura.

Le sue gare sono una sfida con sè stesso e con nessun’altro. "Quando gli organizzatori mi permettono di partecipare è un piacere arrivare al traguardo. Non esiste competizione ma partecipazione per me. Spero che in futuro ci siano più disabili a queste gare, nello spirito della totale sicurezza e nel rispetto delle decisioni degli organizzatori, perché in fondo Fare sport aiuta le persone, siano essi disabili o no. La mente, il corpo e l’anima hanno bisogno di queste sensazioni."

FABIENNE

Amputata dal 2005

A 14 anni ha subito un’artrodesi alla caviglia sinistra che non le ha impedito di praticare, a modo suo, lo sport. L’artrodesi è un’operazione chirurgica che viene praticata per bloccare, tramite la fusione delle osse, delle articolazioni compromesse da malattie reumatoidi o da importanti fratture scomposte.

Per poter acquisire maggiore mobilità nel 2005, con il supporto del marito e dei miei figli, ha deciso di farsi amputare la gamba sinistra ad alcuni centimetri dal ginocchio.

"Non avrei mai creduto di poter scoprire, giorno dopo giorno, di poter superare notevolmente i limiti che mi hanno accompganato per buona parte della mia vita, anche se questa scelta mi è costata un polmone. Ho sempre praticato lo sci, la mountain-bike, il surf, la scalata e il water-polo, sia prima della mia scelta che dopo. Ho trovato in mio marito una grande complicità in ambito sportivo e nel 2009 mentre prestava assistenza medica al Raid Amazones l’Arbre Vert (un raid a sqaudre completamente al femminile che prevede diverse specialità: mountain-bike, trail e canoa) ho deciso di mettermi in gioco."

Da allora non ha smesso di misurarsi con imprese che andavano ben al di là dei suoii precedenti limiti, come altri raid in Marocco e Guyana, gare di snowboard adattato in Francia e Canada, la traversata dei Carpazi in mountain-bike. Nel 2017 ha ottenuto la licenza francese di insegnante di attività sportive adattate e ha partecipato e promosso una mostra fotografica sulle donne amputate. "Ora voglio prendere quota, voglio praticare lo sport sui sentieri di montagna."

LINO

Amputato dal 2013

Nel 2013, ha subito un incidente che lo ha costretto all’amputazione della gamba destra.  Questo non gli ha impedito di continuare a svolgere le attività che lo contraddistinguono, vedendolo ripartire ancora più motivato già dopo pochi mesi dal fato. Lino è una guida ambientale escursionistica che opera in Sardegna nell’organizzazione di “vacanze attive” nel sud ovest dell’Isola e nella Barbagia da oltre 27 anni.

"Sono specializzato nell’ambito dello sviluppo locale integrato e del turismo eco-sostenibile, nella progettazione e realizzazione di piani e progetti per la valorizzazione e promozione delle risorse turistiche, culturali, scientifiche, sportive del territorio, nella formazione e nel trasferimento di know-how."

Fotografo professionista, collabora con diverse agenzie, case editrici, magazine a diffusione locale e nazionale da quasi 30 anni. Tra le diverse pubblicazioni ci sono le guide “La Costa delle miniere” , “Iglesiente selvaggio” e “Sardegna sud ovest”. Appassionato dell’ambiente naturale sin da giovane, ha praticato la speleologia, l’arrampicata sportiva, la canoa, il trekking e la mountain bike.

MASSIMO

Amputato dal 2015

"Questo mio viaggio è iniziato nel 2010 per un’ulcera al piede destro, morbo di Charcote." In cinque anni ha subito ben quattordici operazioni e la sua vita oscillava dalla sedia rotelle alle stampelle.

La vera svolta, però, è stata nel luglio del 2015: "quel giorno non mi sono sentito bene, avevo la febbre, mi sembrava una cosa banale, non volevo neppure andare in ospedale." Da febbre, però, è diventato coma. È durato 3 giorni, la causa una setticemia in tutto il corpo, tranne il cuore e il cervello.

"Al mio risveglio, il mio chirurgo ed io abbiamo deciso di darci un taglio, letteralmente. Mi hanno amputato la gamba destra quello stesso mese, fortunatamente sotto il ginocchio. Ma i veri problemi non erano ancora cominciati. Una volta fuori dall’ospedale, nessuno mi ha detto dove e come fare riabilitazione, nessuno mi ha spiegato la prassi per ottenere la protesi, nessuno mi ha veramente aiutato. Per una procedura tutt’altro che difficile ci ho messo 7 mesi, come altro poteva essere? Quel mondo mi era nuovo e completamente estraneo." Alla fine, il 23 dicembre 2015 ha indossato la sua prima protesi e da allora non l’ha più tolta.

"Non ho mai pensato ad essa come una disabilità, piuttosto come una rinascita, una nuova opportunità di vivere la mia vita, per questo motivo cerco di fare più esperienze possibili. Sento come un’energia inesauribile in me. Voglio dimostrare che un disabile può fare tutte le cose “normali” che desidera, che non ha limiti e poter rispondere al loro “si può?” che si, si può e si deve.

"La mia speranza è che qualcuno si accorga di noi - grazie anche a questa iniziativa - e che ci si renda conto che noi ci siamo sempre, non solo ogni quattro anni per 15 giorni durante le paralimpiadi."


PERCHE' SOSTENERE IL DOCUMENTARIO?

"Gamba in spalla - Storie di di(ver)sabilità" è una produzione indipendente e come tale ha difficoltà a reperire i fondi per coprirne i costi di produzione. Per realizzare questo documentario sono necessarie delle trasferte in Italia e Francia, è necessario il noleggio di attrezzature che non si possiedono e l'ingaggio di altri professionisti come il pilota di drone per le riprese aeree, un tecnico di post-produzione, il fonico, l'autista per gli spostamenti durante gara.

La storia di questo gruppo di atleti diversamente abili è un esempio per tantissime persone, un'ispirazione per chiunque senta il bisogno di liberarsi dal pregiudizio, è per questo motivo che abbiamo deciso di mettere in campo tutte le forze a disposizione e di rivolgerci direttamente al pubblico per realizzare questo documentario.

Con il vostro contributo potremo:

coprire le spese di produzione necessarie per avviare il documentario (spese vive, costi di viaggio in Italia e Francia, noleggio attrezzature);

sostenere le spese di post-produzione (montaggio audio e video, grafiche, traduzioni, sottotitoli);

promozione e divulgazione del documentario;

iscrivere il documentario a festival nazionali e/o internazionali. 


    COME SOSTENERE IL DOCUMENTARIO?

    Clicca sul pulsante verde SOSTIENI QUESTO PROGETTO; 

    Scegli la ricompensa che desideri; 

    Seleziona il metodo con cui vuoi pagare (ricorda  di selezionare la casella "Termini e condizioni del servizio") poi clicca CONFERMA; 

    Se non sei autenticato sulla piattaforma, fornisci il tuo indirizzo email poi clicca Conferma e Sostieni!

    Se non hai molta pratica con l'utilizzo della carta di credito puoi farlo anche tramite bonifico bancario, indirizzandolo a:

    Romuald Desandré

    Iban: IT97D0760105138203276503283

    Causale: raccolta fondi documentario

    e comunicandolo succesivamente via mail a romuald.desandre@gmail.com

    P.S.: In caso tu non abbia la possibilità di sostenere questo progetto, non preoccuparti, condividi questa campagna attraverso i social network e invita altre persone a donare e condividere!


    EN

    The aims of this project is to realise a documentary about Francis story that thanks to the sport activity and together with other amputees decides to beat the disability preconception.

    Quando si parla di disabilità il pregiudizio è come una montagna, con tanto sacrificio si riesce a scalarla

    THE IDEA

    The “Gamba in Spalla” (“leg on shoulder”) started in 2015 based on Francis Desandré idea, right leg amputee, for fighting the prejudice against disability and favouring the psychological and physical recovery of the person affected by disability through sport activity.

    Mountain fit easily for being used, and not without reason, as a metaphor of this project. In fact, the main idea of this activity is to climb over real and imagined mountains thanks to the practice of the trail running.

    Francis first approach to this discipline has ground to a standstill throughout its first steps. During a the Tor des Géants® staff meeting a problem that seemed insuperable at that time came out: no regulation about the feasibility of trail running discipline by people with disabilities was available. For this reason, a signed petition addressed to the Italian Minister of Social Policy has been organised to ask for ruling the practice of this discipline. The petition has been signed by more than 47,000 citizens and it was given to the Social Policy Undersecretary, Hon. Luigi Bobba, Unfortunately, bureaucratic procedures are very time consuming. However, the media coverage on national broadcast and online journal (Rai News 24, Rai3, Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport) helped for raising the awareness of sport organisations were persuaded in accepting, under their responsibility, the participation of disabled athletes in several sporting competitions. Francis had the opportunity to take part in the 4K Alpine Endurance VdA, in the Cervino X-Trail,  in the first edition of the TotDret® trail (Tor des Géants' little brother) and in other small competitions.

    TotDret® experience has been one of the most important results of the “Gamba in Spalla” project, allowing Francis to attend many races with different difficulty levels and lengths. Thanks to these activities, it was possible to evaluate the average travel time of an athlete with disabilities on harsh mountain paths and it will be feasible to define a category standard taking advantage of these competition participations for asking to the different sports federations for including their sports discipline as a possible activity practised by athletes with disabilities.

    The distance covered by an amputated athlete is different from the one of the normal athletes and that is why a relay race has been proposed for the 2018 TotDret® tail running in collaboration with other athletes with disabilities.


    WHY THIS DOCUMENTARY?

    The documentary “Gamba in spalla – Storie di di(ver)sabilità” (Gamba in spalla – Disability stories) tells the everyday life of five persons with disabilities and their spost attitude. It is the story of Francis, Moreno, Fabienne, Lino and Massimo. A journey from Aosta Valley to Sardinia, from Lombardy to Veneto and to the French region of Rhone-Alpes. This journey will end with the relay race on the Alta Via n°1, an adventure of 1,300Km long and of 1,200m of ascent covered entirely on foot, during day and night, with sun and with the rain. Sometimes also with the snow.

    This documentary will be a valuable popularisation instrument to project in theme-based festivals related to sports, mountain, and social inclusion and in schools, associations and institutions that put in request for.


    THE PROTAGONISTS

    FRANCIS

    Amputee since 1989

    He lost his right leg following the complications of a serious work injury. While he was assisting the displacement of a load with the excavator, he ended up under the track. A crowd rushed to the hospital, a case of medical malpractice in Aosta and the attempt to save the leg by one of the best surgical teams in Lyon (France), so his life has changedin less time than it takes to say it.

    After 18 interventions the Chief of surgery placed him in front of a choise: try to save the leg or try to save his life. Obviously he chose life. He did it on a Friday 17th.

    The recovery was not easy, he was 21, a marriage celebrated a few months ago and the first born on the way. Thanks to the family support and work, he has literally returned to his feet. Shortly thereafter he started practicing sport and that's what allowed him to complete the shot. He practiced athletics (discus, javelin and weight throw) with good results but it was not enough, so he started doing a little bit of everything, from water skiing to alpine skiing. Then the family grew up, now he’s father of three children and happy grandfather of two. children, the free time has decreased so the sport has slowed down. In 2014 he knew trekking and trail running , too. From thi moment his thoughts are fixed on them, he wants to feel the same emotions as the mountain runners, obviously with its times.

    MORENO

    Amputee since 1997

    One day, on August 30th, in 1997, his life has been stopped. Maybe it was too fast ‘till that time. He learned to look, to think and to wait. "After all, losing a leg is not so bad, if it don’t take you away from living." A motorcycle accident knocked him down on the ground, in every sense, so his life changed its meaning. He was reborn when he realized that the only difference is that now he is just a little slower when he runs or walks.

    "My aim is to continue not only for myself, but for every person who is thinking to give up only because something in their life has changed forever. That every day force returns me stronger than before and takes me in all the things I do. "

    His mission is to set goals and try to reach them, even if they are only intermediate goals, sending the energy that drives him every time to undertake any adventure.

    His races are a challenge with himself and with no one else. "When the organizers allow me to participate, it is a pleasure to reach the finish line: there is no competition but participation for me. I hope that in the future there will be more disabilities in these races, in the spirit of total safety and in respect of the organizers' decisions, because doing sports helps people, disabled or not. Mind, body and soul need these feelings. "

    FABIENNE

    Amputed since 2005

    At 14 she suffered an arthrodesis in her left ankle that did not stop her from practicing sport in her own way. Arthrodesis is a surgical operation to block articulations compromised by rheumatoid diseases or important decomposed fractures through the fusion of the bones.

    In order to gain more mobility in 2005, with the support of her husband and children, she decided to have her left leg amputated a few centimeters from her knee.

    "I never thought I could discover, day after day, to be able to overcome the limits that have accompanied me for most of my life, even if this choice has cost me a lung.I have always practiced skiing, mountain-biking , surfing, climbing and water polo, both before and after my choice, I found a great complicity in my husband playing sports and in 2009 while he was providing medical assistance to Raid Amazones the Arbre Vert (a female team raid which includes several specialties like mountain-biking, trail running and canoing) I decided to get involved. "

    From this time she has never stopped to compete with endeavors over her previous limits, like other raids in Morocco and Guyana, adapted snowboard competitions in France and Canada, the Carpathians mountain-bike crossing. In 2017 she obtained the French license to teach adapted sports activities, she also participated and promoted a photographic exhibition on the amputated women. "Now I want to take altitude, I want to practice sport on mountain trails."

    LINO

    Amputee since 2013

    In 2013,he was involved in an accident following which he had his right leg amputated.

    This event did not stopped him to carry on all those activities in which he was standing out, seeing him restarting strongly motivated in just few months from that fact. Lino is an excursionistic environmental guide and operates in Sardinia, into the management of " active holidays" both in the South-West of the island and in Barbagia, zone from more than 27 years.

    "I specialize into the integrated local development and into the eco friendly turism, in the design and realization of plans and projects  for the development and promotion of the turistic, cultural scientific and sport-related resources of the land developement, into the training and the transfer of the know-how".

    As a professional photographer, he cooperates with different agencies, publishing houses and both local and national magazines from about 30 years. Including his works there are the guides " The Coast of mines" and " Wild iglesiente" plus " South West Sardinia". Very involved into the natural environment since youth, he dedicated himself to speleology, sport climbing, kayak, trekking and mountain bike.

    MASSIMO

    Amputee since 2015

    "This journey of mine started back in 2010, caused by an ulceration to my right foot, it was Charcote disease". He was subjet of no less than fourteen surgical procedures in a time span of five years. His life was a balancing from the crutches and the chairwheel. His life had a major turn in 2015: " that day I didn't feel very well at all, I had fever, and it seemed a rather normal thing to me, I even didn't want to go to the hospital. Eventually, it became coma.  It endured for three days, caused by a septicemia in the whole body, except from heart and  brain. When I woke up, my surgeon and me decided to give it a cut, literally. They amputated me the right leg, under the knee, fortunately. But true problems didn't have yet started. Once I was dehospitalized, none told me where and how I could have my rehabilitation, none was able to show me a praxis to obtain a prosthesis, nobody has really helped me. A far less than difficult procedure took more than seven months, how could elsehow be? That world was completely extraneous to me". In the end, he wore his first prosthesis in December, 23, 2015, not to leave it no more.

    "I truly never thought about it as an handicap, it was more than as rebirth to me, a new opportunity for living my life, for this reason I try to live more experiences as possible. I feel an unextinguishable energy flowing through me. I want to demonstrate that a man with a disability can succeed in doing all the things which are considered as "normal", that he has really no limits, and giving the affirmative answer to their questioning " It is possible ?"  is not only a simply answering yes, but can and should be.

    Mi hope is that someone notices us -  thanks to this initiative -  and that everyone should be aware that we exist always, not just through the Paralympics for fifteen days every four years." 


    WHY THE SUPPORT US?

    “Gamba in Spalla – A Disability Story” is an independent production e and as such, there are some difficulties in raising funds to cover the realisation costs. In order to realise this documentary, trips to Italy and France, the rental of instrumentations that are unavailable and professionals hiring (e.g. drone pilot for aerial shots, technician for the post production, sound engineer , driver for transfers during the race)  are necessary. 

    The story of this group of athletes with disability has to be an example for a lot of people, a model of inspiration for anyone who needs to feel free from prejudice. And it is for this reason that it has been decided to put in place all the forces at the disposal and to target directly to the general public for the documentary realisation. 

    Thanks to your contribution it will possible to:

    • Cover the production costs for the documentary start-up;
    • Cover the post-production costs (professional audio and video editing, computer graphics, translation, subtitles);
    • Promotion and diffusion of the documentary
    • Apply for documentary and national and international festivals.


    HOW TO SUPPORT US?

    Click on “SOSTIENI QUESTO PROGETTO” (Support this project) green button;

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    If you have no experience in credit card payments, you can make a wire transfer addressed to:

    Romuald Desandré

    Iban: IT97D0760105138203276503283  Bic/Swift BPPIITRRXXX

    Reason: documentary fund raising

    Once you do it. Write an email to romuald.desandre@gmail.com

    PS: If you can not support this project, don't worry. Share with you contacts this campaign using the social networks and encourage them to offer a reward and share the project!

    Ricompense

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