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Broods of any (figli di nessuno)

Una campagna di
Martin Chishimba

Contatti

Una campagna di
Martin Chishimba

Broods of any (figli di nessuno)

Campagna terminata
  • Raccolti € 1.870,00
  • Sostenitori 21
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Donazione semplice  
  • Categoria Teatro & danza

Una campagna di 
Martin Chishimba

Contatti

Il Progetto

Titolo: BROODS OF ANY (FIGLI DI NESSUNO)

Premessa:

Come è noto, il teatro ha dimostrato nei secoli di essere non solo uno strumento per rappresentare la società con le sue infinite sfaccettature, ma anche un’opportunità di riflessione e di espressione del “sentire” della collettività, favorendo sia il dibattito su temi che sono trascendentali per la sua esistenza, ma anche, in molti casi, il risveglio delle coscienze.

Non esiste una cultura teatrale in Zambia[1], almeno non come la si intende in Europa.

A seguito della decolonizzazione, il lungo processo di consolidamento di logiche di sviluppo ha visto la società zambiana contesa tra passato e futuro. Il rigetto verso la propria storia e cultura, frutto della negazione del fallimentare passato, provoca, infatti, una crisi identitaria ed una scissione culturale: nelle relazioni, attraverso l’uso dei vari dialetti bantu[2], gli zambiani vivono la propria cultura, le proprie radici, mentre nel quotidiano, nel lavoro, si vive la globalizzazione. In questo contesto, la mancanza di spazi per la riflessione e per l’espressione artistica della propria cultura acuisce la tendenza verso uno sviluppo che non tiene conto dell’identità e della comprensione del diverso, pertanto uno sviluppo non sostenibile. Crediamo che con il teatro, con le voci degli attori, sia possibile costruire un ponte tra la cultura di origine, interrotta dalla colonizzazione, e quella che è nata da quest’ultimo fenomeno e che ha continuato a influenzare lo Zambia fino ai giorni nostri.

Ndola, ad oggi, è una città in via di sviluppo e, sul piano teatrale e attoriale, un territorio vergine e pieno di talento che però, è destinato a morire oppure a non svilupparsi nel pieno delle sue potenzialità, dal momento che la più vicina forma di teatro esistente è ancora quella tradizionale, legata più al rituale.

La messa in scena di uno spettacolo darebbe la possibilità a tanti giovani che sognano di diventare attori di esserlo veramente e di essere anche in grado di trasmettere, attraverso la voce ed il linguaggio del proprio corpo, messaggi culturali importanti. Inoltre, questa rappresentazione sarà importante per far capire che il talento locale può trasformarsi in una vera e propria professione capace di sperimentare e mettere in gioco le proprie abilità, siano esse artistiche, critiche o creative.

Per quanto riguarda la comunità di Ndola, essa sarà invitata ad essere pubblico attivo in questa rappresentazione teatrale, sperando di riuscire a sviluppare un senso di cittadinanza attiva, che sia capace di comprendere maggiormente i propri bisogni attraverso il riconoscimento proiettivo della messa in scena.

Chi promuove il progetto: Martin Ilunga Chishimba, attore e cantautore zambiano, classe 1988, si è diplomato alla scuola del Piccolo Teatro di Milano sotto la direzione di Luca Ronconi[3]; ha lavorato con importanti registi tra i quali, oltre a Luca Ronconi, Elio De Capitani[4] e Peter Stein[5].  Tra gli spettacoli che l’hanno visto in scena è possibile trovare: Sarabanda di Salvatore Veca con la regia di Laura Pasetti, Sinbad il Viaggiatore con la compagnia “Bottega degli Apocrifi” e con la regia di Cosimo Severo, Lehman Trilogy di Stefano Massino con la regia di Luca Ronconi, Der Park di Botho Strauss con la regia di Peter Stein ed Harper Regan di Simone Stevens con la regia di Elio de Capitani.

Ha inoltre scritto, diretto ed interpretato diversi spettacoli come Kokoriko e Colpa di Caino.

Finalità

L’obiettivo principale del presente progetto è quello di strutturare uno spettacolo ispirato dai romanzi Comédia Infantil[6] di Henning Mankel e La carità uccide[7] di Dambisa Moyo, da  pezzi di testo  e di canzoni scritte da Martin Ilunga Chishimba e, infine, da interviste a cittadini zambiani che verranno fatte sul posto.

Il testo verterà quindi sulla condizione dei ragazzi di strada mettendo una lente di ingrandimento su tutta la società di Ndola.

Tempi di lavoro

Le prove e la messa in scena occuperanno complessivamente tre mesi e si svolgeranno tra la seconda metà di Luglio 2016 fino alla prima metà di Ottobre dello stesso anno.

A cosa serviranno i fondi?

I fondi che saranno reperiti, serviranno principalmente per la remunerazione degli attori selezionati per tutto il periodo di scrittura, del tecnico delle luci e del suono, dei sarti e degli scenografi, per l’acquisto di eventuali oggetti di scena, per l’affitto dell’immobile del comune di Ndola dove lo spettacolo sarà rappresentato ed infine per pubblicizzare lo spettacolo ed invitare quante più persone sarà possibile.

N. attori-8

Età-Dai 18 in su

Provenienza degli attori-Ragazzi di gruppi teatrali locali

N. Sarti-1

N. Tecnici-1

Drammaturgia-Martin Chishimba/laboratorio/interviste

Prove e rappresentazione dello spettacolo.-Luwenthal Theatre di Ndola


[1] La Repubblica dello Zambia è uno Stato (752.614 km², 11.668.000 abitanti nel 2005) dell'Africa centro-meridionale. Lo Zambia è una repubblica presidenziale nell'ambito del Commonwealth, membro delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana e associato all'Unione europea. La lingua ufficiale è l'inglese.

[2] Il nome bantu (o bantù) si riferisce a un vasto gruppo etno-linguistico che comprende oltre 400 etnie dell'Africa subsahariana e distribuite dal Camerun all'Africa centrale, orientale e meridionale. Questa famiglia di etnie, pur largamente diversificata, condivide sia tratti linguistici che culturali, retaggio di una storia comune. L'espressione "lingue bantu" si riferisce al vasto gruppo di lingue parlate dalle etnie bantu. I gruppi etnici che appartengono al gruppo bantu sono suddivisi in due sottofamiglie principali, divisesi circa 3500 anni fa: i bantu orientali includono i Kikuyu (Kenya), gli Zulu (Sudafrica), gli Xhosa (Sudafrica), i Tswana (Botswana) e gli Shona (Mozambico, Zimbabwe, Zambia). I bantu occidentali comprendono gli Herero (Namibia, Botswana, Angola), i Tonga (Zambia, Zimbabwe) e i Tonga del Malawi (Malawi).

[3]Luca Ronconi (Susa, 8 marzo1933Milano, 21 febbraio2015) è stato un attore teatrale e regista teatraleitaliano. (cfr: http://www.lucaronconi.it/mostra_ronconi_home.asp)

[4]Elio De Capitani (Sottochiesa Taleggio, 28 luglio1953) è un attore e registaitaliano. (cfr: https://it.wikipedia.org/wiki/Elio_De_Capitani)

[5]Peter Stein (Berlino, 1º ottobre1937) è un regista teatraletedesco. Si è prodotto anche come attore teatrale e regista d'opera lirica. (cfr: http://www.plsteiner.com)

[6] José Antonio Maria Vaz fa il panettiere in un misero paese africano, uno dei tanti che, dopo l'agognata liberazione coloniale è divenuto preda di rivoluzionari e controrivoluzionari. José è alle dipendenze di una strana novantenne che usa la panetteria per alimentareun suo sogno: allestire spettacoli teatrali nel fatiscente teatro che ha voluto come ricompensa per i suoi servigi per la lotta di liberazione. Una notte dopo aver sentito uno sparo nel teatro, José lascia la panetteria e trova sul palcoscenico un ragazzino, Nelio, ferito a morte. Lo porta sul tetto del teatro e per dieci notti, tenendo nascosto il fatto, cerca di curarlo come può e con i pochi mezzi di cui dispone. Ogni notte José ascolta un pezzo della storia del bambino, ed è sempre più ansioso di conoscere le cause dell'evento drammatico che ne hanno provocato le ferite.

[7] Il 13 luglio 1985 va in scena il concerto "Live Aid" con un miliardo e mezzo di spettatori in diretta: l'apice del programma di aiuti dei Paesi occidentali benestanti alle disastrate economie dell'Africa subsahariana, oltre mille miliardi di dollari elargiti a partire dagli anni Cinquanta. Venticinque anni dopo, la situazione è sempre rovinosa: cosa impedisce al continente africano di togliersi da una condizione di povertà cronica? Secondo l'economista africana Dambisa Moyo, la colpa è proprio degli aiuti, un'elemosina che costringe l'Africa a una perenne adolescenza economica, rendendola dipendente come da una droga e, contemporaneamente, contribuisce a diffondere la corruzione e la speculazione, grazie a massicce iniezioni di denaro nei Paesi privi di una forza di governo solida e trasparente, e di un ceto medio incapace di potersi definire in chiave imprenditoriale. 

Commenti (7)

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