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Musica Etnica d' Abruzzo (tra ricerca e nuove sonorità).
Il gruppo nasce in terra d'Abruzzo, terra aspra ma ospitale, brulla e incantevole e si nutre della suggestione scenica di quei luoghi per rielaborare la tradizione dei cantori, in chiave perfettamente godibile all'orecchio meno avvezzo, al giorno d'oggi, alla musicalità contadina.
Si scioglie nell'armonico ensamble l'eterna querelle tra élite e volgo, tra alto e basso o, per riprendere l'estetica crociana, tra poesia e letteratura. Eppure oggi è probabilmente l'ascoltatore o il lettore colto che muove alla ricerca di sonorità arcaiche, di raffinatezze all'interno di quella che a lungo si è considerata come "paraletteratura". Un simile dibattito è ancora possibile? Oppure è necessario godere del disarmante incanto insito nella saggezza popolare, nei motti della tradizione orale che, a distanza di secoli, sono giunti al sensibile animo dell'esteta moderno?
Disarmante è, appunto, l'eco di cui si nutre la musica del gruppo abruzzese, quella voce che si perde nei canti della mietitura, nelle incanate dei contadini che si sfidano a colpi di motti arguti, nei lamenti per le pene d'amore, per la morte del congiunto. L'approccio al mondo dell'oralità non ha la pretesa di essere filologico, eppure, in fondo lo è, perché grande è il merito di chi, abilmente, fonde nuovo e vecchio per veicolare ancora e imprimere nella memoria le radici della propria terra.
Il gruppo così riunito resta ancorato alle radici dei luoghi d'origine per parlare, per cantare di un popolo, anche di quel popolo scosso che si sta rialzando. Affidano ai canti tradizionali, al fulcro della cultura popolare il loro personale messaggio di speranza e di rinascita, nutrito di una luce silenziosa, senza clamori. E sullo sfondo "Ride la luna 'n cima alla Majella" e colora all'imbrunire la bellezza delle valli.
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