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Amore, chi sei? My darling, who are you?

Una campagna di
Giovanna Volpi

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Una campagna di
Giovanna Volpi

Amore, chi sei? My darling, who are you?

Campagna terminata
  • Raccolti € 2.450,00
  • Sostenitori 48
  • Scadenza Terminato
  • Modalità Raccogli tutto  
  • Categoria Documentari & inchieste

Una campagna di 
Giovanna Volpi

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Il Progetto

Quattro anni fa il Direttore della Casa di Riposo di Ustì nad Orlici (in Repubblica Ceca), il Signor Jan Vojvodik, rendendosi conto che la percentuale di malati di Alzheimer tra i suoi pazienti era molto alta, ha deciso di proporre un programma loro dedicato chiamato di Riattivazione Neurologica: grazie alla musica, all’arteterapia, alla logoterapia, a giochi logici, matematici, mnemonici, grazie alla danza, al teatro, alla cucina, al cucito, si cerca di stimolare il cervello e rallentare  la malattia: i risultati sono decisamente interessanti.​

Quello che colpisce subito, però, è l'altissima qualità della vita offerta a ciascuno dei pazienti: con acuta sensibilità, il Sig. Vojvodik ha organizzato la ristrutturazione di un padiglione intero della Casa di Riposo in modo che rispondesse ai bisogni specifici dei malati, ha curato che ogni dettaglio dell’arredamento fosse scelto e personalizzato da coloro che là vivono, con una attenzione ai piccoli dettagli che non abbiamo visto da nessun'altra parte.

L’organizzazione della giornata e il programma di terapie sono progettate perché ogni persona sia seguita non solo sotto ogni aspetto fisico e medico, ma emozionale. Si presta attenzione al tono di voce che si usa, alla velocità con cui si parla. Ogni attività, anche la più semplice, cura che l’intelletto sia sempre stimolato, salvaguardato, ma con un modo di fare, di agire e di parlare gentile e rispettoso. Signori e signore sono chiamati sempre con il Lei e con nome e cognome.

Questo progetto ha avuto un impatto anche sulla città: in quattro anni il Direttore ha assunto dodici nuove persone specializzate, ha fatto studiare quelle già presenti, ha coinvolto le Scuole di Formazione per infermieri, le Scuole elementari e medie della città. Ogni anno sono i nonni che vanno a proporre lo spettacolo teatrale di Natale nelle Scuole, e i bambini sono gli spettatori. Ogni festa d'estate i bambini vanno a disputare tornei in costume nel prato della casa di Riposo. Essere anziani e malati fa parte della vita, è che ce lo dimentichiamo, è che la nostra società occidentale cerca di disfarsi di chi non è più abile, produttivo, attivo e sano.

In questo Istituto, pubblico, dove le persone vivono insieme come a casa come in una grande famiglia, ognuno ha sempre diritto di scelta, a qualunque stadio della malattia la persona si trovi: si cerca di comunicare in ogni modo possibile, anche solo con gli occhi. E poi spesso accadono cose inaspettate: il cervello è ancora un organo misterioso, che ha modi autonomi di reagire, riorganizzarsi e, a volte, risvegliarsi.

Qui ogni persona è indispensabile, Ognuno ha diritto alla dignità, a una vita serena, qualitativamente alta.

Noi siamo rimasti incantati. Bisogna raccontare questa storia, lo capite? Non è possibile farne a meno. Ci volete aiutare?

To friends who want to help us to shoot this documentary film: we are living in an aging world, and we are aging too! Alzheimer isn't a disease far away from us: our environment is concerned, we are concerned, all. Isn’t so sure we are immune from that: the age to which the disease is appearing is decreasing even to 35, 45 years. 

It’s urgent, though, to change the attitude, so strange and common in the occidental contemporary world, toward the final part of our life: elderly people, no more productive and useful, are a burden, often forgotten and sedate to be quiet.

The story we want to tell is the opposite: here, in this Institute, in a small city in the East Bohemia, something extraordinary is happening: everyone is necessary. Dignity, Respect, and Love are a reality. Everyone needs a quality of life in every moment of his life.

It’s not the end until the last breathe, the last minute, the last second.

Před čtyřmi lety si ředitel Domova důchodců v Ústí nad Orlicí, pan Jan Vojvodík, uvědomil, že počet pacientů s Alheimerovou chorobou je mezi jeho spoluobčany tak vysoký, že je třeba začít něco dělat. Rozhodl se z vlastní iniciativy zahájit program nazvaný Neurologická aktivace.

Pomocí hudby, arteterapie, logoterapie, s využitím logických, matematických a mnemotechnických her, s pomocí tance, divadla, vaření a šití se jeho program snaží stimulovat mozek a zpomalit průběh choroby. Výsledky jsou úžasné.

Být starý a nemocný je nedílnou součástí lidského života. V této veřejné instituci, kde lidé žijí pohromadě jako v jedné velké rodině, má každý právo volby. Každý zde má nějaký důvod pro to, co právě dělá nebo chce udělat. Chování pacientů nesmíme považovat za nesmyslné a hloupé, musíme jim naslouchat, ptát se a porozumět jejich důvodům, ať už jsou v kterémkoli stádiu nemoci. Někdy se stanou neočekávané věci. Mozek je stále záhadný orgán.

Žijeme ve stárnoucím světě a sami také stárneme! Stárnutí se týká našeho okolí, našeho vlastního života, týká se nás všech. Nikdo z nás si nemůže být jistý, že je proti Alzheimerově chorobě imunní. Věk, při kterém se tato nemoc poprvé projevuje, postupně klesá, až k 35, 45 letem. Týká se to nás všech.

Cítíme, že je třeba vyprávět tento příběh.

Musíme změnit přístup, který naše společnost – rychlá, automatizovaná, vždy zoufale toužící po mládí – má vůči konečné fázi lidského života, kdy již nejsme produktivní a jsme považováni za bezcenné, nepoužitelné, za přítěž.

Zde v domově je každý nepostradatelný, každý má právo na důstojnost, na klidný kvalitní život. Každý je důležitý, každý potřebuje žít kvalitně v každém okamžiku svého života.

Život nekončí až do posledního vydechnutí, poslední minuty, poslední sekundy.

Chcete nám pomoci vyprávět tento příběh?

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